Johann Louvel, direttore del centro di formazione di Le Havre (club della seconda divisione francese) fino allo scorso giugno, è l’uomo che ha scoperto Riyad Mahrez nel 2010. «Giocava con il Quimper quando decisi di portarlo a Le Havre. Rimasi colpito dal suo dribbling e dalla sua capacità di superare facilmente gli avversari. Con il tempo è diventato sempre più efficace in zona gol e vincente nei duelli. Ama il calcio, gira sempre con il pallone e pensa al calcio tutto il giorno. Si conferma un grandissimo lavoratore. Parliamo di un ragazzo molto sensibile e generoso, che ha bisogno di un tecnico severo, in grado però di trasmettergli fiducia».
Il ds Monchi vorrebbe consegnarlo presto a Di Francesco: «Prima della sua cessione al Leicester, tre anni fa, Riyad era stato cercato anche dal Torino. Secondo me è pronto per giocare in Italia, per dare il suo contributo e fare la differenza. E’ il classico calciatore che dà tutto in campo, onora la maglia ed è capace di conquistare immediatamente le simpatie dei sostenitori. Ha detto sì alla Roma? Non lo so, ma posso confermarvi che quando sceglie un club è perché lo vuole intensamente». Considerando le sue note caratteriali, si inserirebbe bene nella Capitale: «Ci sentiamo spesso, siamo rimasti amici. Gli riferirò allora che a Roma troverebbe il calore della tifoseria».