Adesso la notte allo stadio Adriatico deve riaccendere la stagione della Roma. Basta non complicarsi di nuovo la vita, come spesso accade nei momenti cruciali e non solo da quando c’è Spalletti in panchina: la frenata, alla vigilia di Pasqua, nella partita casalinga contro l’Atalanta è così vicina che nessuno, soprattutto dentro lo spogliatoio giallorosso, può dimenticarla. Il pari del Napoli a Reggio Emilia contro il Sassuolo, dunque, va subito sfruttato per staccare, nella corsa al 2° posto, l’unica e pericolosa rivale che, prima del posticipo, ha fallito il sorpasso, rimanendo dietro (ora è a meno 1). E la chance diventa addirittura enorme perché l’avversario è il Pescara ultimo in classifica che, in svantaggio negli scontri diretti con l’Empoli lontano 15 punti, ormai si sente più in B che in A. Se perde stasera, retrocede ancora prima di arrivare al traguardo (ma la tifoseria contesta società e squadra da tempo: ieri, fuori da un ristorante, sono stati insultati i giocatori Bruno, Memushaj e Caprari).
OCCASIONE UNICA – La Roma, però, non deve guardare chi affronta, ma preoccuparsi di essere se stessa per tornare a più 4 in attesa del trittico delicato (derby, trasferta a San Siro per sfidare il Milan e Juve all’Olimpico). È quello che Spalletti, senza ancora rivelare in pubblico quale sarà il suo futuro, ha spiegato al suo gruppo prima di mettersi in viaggio. I risultati del 33° turno del campionato confermano che è sempre meglio non dare niente per scontato. Nemmeno il successo contro la formazione che ha raccolto meno in questo torneo, sia con Oddo in panchina che con il ritorno di Zeman. I 70 gol incassati dal Pescara evidenziano la fragilità di quest’avversario che, in 16 match davanti al proprio pubblico, ha raccolto solo 8 punti (1 vittoria, 5 pari e 10 sconfitte). Ma proprio questi numeri non devono influenzare i giallorossi che magari, ripetendo errori fatti pure in passati, potrebbero sottovalutare il match.
VERIFICA FONDAMENTALE – Il test di Pescara conta per la classifica e anche per la valutazione della condizione psicofisica del Roma. Nelle successive 3 partite i giallorossi si giocheranno la stagione: contro la Lazio, il Milan e la Juve, insomma, si dovranno presentare al top. Spalletti, recuperato Emerson (non ancora al cento per cento) e perso al prima della partenza Totti (contusione all’alluce sinistro), ha giustamente fatto riferimento agli allenamenti dell’ultima settimana, la seconda di fila senza impegni infrasettimanali: la full immersion di lavoro lo tranquillizza per la volata. Anche perché ha avuto la possibilità di dedicarsi a qualche accorgimento tattico per cercare di rendere meno vulnerabile l’assetto. Alla stanchezza, considerata la reazione della squadra nel secondo tempo contro l’Atalanta, ha dato meno importanza. Diversi big, durante la stagione, hanno dovuto fare gli straordinari (il Pescara, ad esempio, ha utilizzato 12 giocatori in più: 34 contro 22), ma il tecnico continua a fidarsi di loro.
COPIONE AFFIDABILE – Spalletti, nelle ultime 3 partite, ha riproposto la difesa a 4, passando in corsa dal 4-2-3-1 al 4-3-3 (o viceversa). Qualche modifica, dunque, in difesa, anche coinvolgendo altri interpreti sulla fascia sinistra, Juan Jesus e Mario Rui, proprio aspettando Emerson che, pur tornato tra i titolari, dovrebbe ripartite dalla panchina. Non è da escludere la linea con 4 centrali che ha funzionato il 9 aprile a Bologna, con Ruediger a destra e Juan Jesus a sinistra. In dubbio De Rossi: pronto Paredes. Davanti El Shaarawy sfida come sempre Perotti. Ma, più dei singoli, oltre al possesso palla, conteranno il pressing, il ritmo e l’equilibrio. Per non concedere campo e spazio alla solita traccia zemaniana. Quel 4-3-3 che sembra solo un po’ più prudente.