Trigoria, Eur e il Mapei Stadium. Queste le tre tappe di una settimana diversa che molti romanisti avrebbero voluto vivere in ben altra maniera. Oltre tremila tifosi hanno fatto rientro nella piovosa notte tra domenica e ieri, l’hanno fatto con un solo punto nelle tasche che ha il sapore di beffa e la consapevolezza di aver accompagnato la Roma anche nell’ultimo impegno esterno stagionale.
Per aumentare ulteriormente il dato di un contachilometri pronto ad essere scaricato, in attesa di poter ripartire e gremire tutti i settori ospiti italiani e non. Ma soprattutto hanno fatto rientro a casa per omaggiare un capitano che, soffrendo in panchina per novanta minuti più recupero come fosse uno di loro alle prese con unghie da divorare nervosamente, ha intrapreso l’ennesimo viaggio lontano da casa e al fianco della sua Roma. L’ultimo.
I romanisti di Reggio Emilia sono rientrati a casa con le vesti zuppe e gli occhi pure. “Salvataggio AS Roma” si leggeva sulle pettorine indossate da alcuni: dai “barbieri” di una lontana Firenze in un soleggiato lunedì di quasi due decenni or sono, ai “bagnini” della vicina Reggio Emilia con la pioggia a scandire il tempo di una partita capace di riassumere un’intera stagione in un’ora e mezza. Novantasei minuti in cui i romanisti hanno incitato la squadra fino all’ultimo secondo, intervallando i loro «E forza Roma facci un gol» ai motivetti che stanno caratterizzando la contestazione nei confronti del presidente Pallotta, ma non solo. (…)
FONTE: Il Romanista – G. De Gennaro