La Champions stretta tra le mani, lo stesso sorriso del 2010, Francesco Toldo come compagno di battute e risate nei corridoi della sede dell’Inter prima del giro in scooter per Milano con l’ex compagno e amico eterno. Maicon è tornato in città e lo ha fatto da «Colosso» stravolgendo i cuori di battiti d’affetto. È entrato anche ufficialmente nella squadra di «Inter Forever» domenica prima della gara contro il Napoli, con la consegna della sua maglia numero «13», nella serata che ha celebrato i 110 anni del club.
Per lo scudetto sarà lotta a due Juventus-Napoli fino alla fine? “Era una lotta a due fino a quando davanti c’era il Napoli… Adesso, conoscendo il campionato italiano, dico che la Juventus è la favorita. Hanno una mentalità positiva, è difficile superarli. Mi ricorda un po’ il campionato 2009-10, quando la Roma ci superò e poi noi tornammo davanti e vincemmo”.
A proposito di Roma, lei è stato allenato anche da Spalletti nella Capitale: che ricordi ha? “Più che positivi, anche se abbiamo lavorato insieme per poco tempo lo ricordo piacevolmente. È un bravissimo allenatore, un martello nel lavoro quotidiano. I giocatori dell’Inter stiano tranquilli: anche dopo un buon 0-0 contro il Napoli, lavoreranno. Come lavoreranno in questi giorni… (e scoppia a ridere, ndr)”.
Lei si è ritirato dopo l’Avaì: cosa farà da grande? “Niente inerente al calcio, è cambiato troppo, non mi vedo più dentro questo mondo”.
Maicon, si sente ancora un bambino fortunato? “Fortunato e competente. Ora un uomo realizzato, senza rimpianti”.