Chissà, magari tra qualche mese quello stadio potrà anche essere il suo, quello in cui continuare la sua carriera in Italia. Da qui a giugno, però, ci sono ancora più di tre mesi, in cui Kostas Manolas continuerà a dare tutto se stesso per la Roma. Ad iniziare proprio dalla sfida di domani sera a San Siro, dove cercherà di aiutare la Roma a respingere gli ultimi assalti con vista Champions dell’Inter di Pioli. «Loro hanno tanti giocatori forti, negli ultimi tempi hanno sempre vinto tranne che contro la Juventus, dove non meritavano di perdere – dice il difensore greco – È una squadra compatta, che non prende tanti gol. Insomma, l’Inter è sempre l’Inter, dovremo fare attenzione. Ma noi non temiamo nessuno. Siamo la Roma e andiamo a Milano per vincere».
PASSAGGIO CHIAVE – Già, anche perché questa è la prima partita di un poker da brividi (Inter, semifinale di coppa Italia con la Lazio, Napoli e trasferta di Lione in Europa League) e la Roma vuole partire con il piede giusto. Esattamente come Manolas, che decise la sfida di andata con un colpo di testa (anche se la Lega gli tolse il gol, valutandolo come autorete di Icardi) e che ieri si è allenato a parte per la botta al ginocchio destro presa contro il Villarreal che lo ha costretto a lasciare il campo per Rüdiger (il tedesco verrà multato per la stupida espulsione di giovedì). «La difesa a tre ci ha sistemato, prendiamo pochi gol, siamo sempre in equilibrio e abbiamo un uomo in più per coprire eventuali errori – continua Manolas – Inter e Napoli, comunque, per me saranno un passaggio decisivo per la stagione». E come dargli torto, visto che sono le squadre che inseguono la Roma e che aspirano a soffiarle – il Napoli più dell’Inter – la seconda piazza, quella che porta diretti in Champions League.
IL FUTURO – Poi, da giugno prossimo, molto probabilmente le cose cambieranno e Manolas potrebbe anche non essere più un giocatore della Roma. Con l’Inter alla finestra da tempo, se è vero, come è vero, che i contatti tra i due club ci sono già stati e si è deciso di aggiornarsi alla fine della stagione. «Si parla molto del suo futuro. Di Inter ma non solo, anche di Juve, Barça, Chelsea, Psg e United – ha detto giovedì Yannis Evangelopoulos, l’agente del greco – Per ora Kostas è alla Roma ed ha un contratto fino al 2019». Contratto che però non è mai stato né prolungato, né adeguato, come invece era stato promesso a Manolas ad inizio stagione.
Nel frattempo la Roma, per tutta una serie di situazioni, ha maturato la convinzione che possa essere proprio lui il pezzo pregiato da sacrificare sull’altare dei conti. E i nerazzurri hanno manifestato la volontà di mettere sul piatto della bilancia 40 milioni di euro e forse anche qualcosa in più. E Manolas? Ci penserà più avanti. Per ora si limita a ricordare come abbia deciso la sfida d’andata (dove, tra l’altro, litigò verbalmente con Luciano Spalletti) e come sia soddisfatto di quello che sta vivendo oggi: «Ho fatto bene a venire alla Roma, sono contento della mia scelta. Ora spero solo di continuare a giocare così e di fare contenti i nostri tifosi».
TESTA ALL’EUROPA – Per domani non c’è rischio che Manolas non ci sia, cosa che permetterà a Spalletti di tornerà a schierare la difesa che più gli dà affidamento: Fazio centrale, Rüdiger sul centrosinistra e il greco a centrodestra. Di fatto, la difesa che dovrà reggere l’onda d’urto di Inter, Lazio e Napoli, per poi lasciare spazio ad una modifica obbligatoria (Juan Jesus per Rüdiger) nell’andata degli ottavi di Europa League, a Lione. «È un sorteggio difficile, ma siamo felici di accettare un confronto di alto livello – ha detto Spalletti – Il Lione è forte, ha qualità individuali, tecnica in velocità e non dà mai riferimenti. Chiederò consiglio a Grenier, ma so che Lacazette e Tolisso sono giocatori di primo piano, come del resto ne abbiamo noi. Queste gare arriveranno in un periodo concentrato di tante sfide di alto livello, bisognerà stare svegli. E, soprattutto, dovremo essere la Roma». Già, esattamente come domani sera, quando l’Inter farà di tutto per rientrare in orbita Champions.