Sono ben otto gli ex giallorossi nella rosa del Pescara, ma uno in particolare con la Roma ha un legame forte, fortissimo. Romano di Montesacro, cresciuto nelle giovanili giallorosse, Alberto Aquilani con la maglia giallorossa ha vinto due coppe Italia e una Supercoppa. Ha vestito parecchie maglie di club importanti, e quest’anno ha scelto di dare il suo contributo al Pescara.
Vorremmo partire dall’inizio di tutto, dal giorno del suo esordio in Serie A. 10 maggio 2003 Roma-Torino: avrebbe mai immaginato di fare tanta strada? “Ricordo perfettamente quella partita, il giorno dell’esordio in Serie A. Per chiunque aspiri a diventare un calciatore professionista, l’esordio nella massima serie è indimenticabile. Poi esordire all’Olimpico, a diciotto anni, l’inizio di un lungo percorso, lungo e tortuoso. La carriera di un calciatore, è fatta da tanti momenti, tanti episodi, tante scelte, ne potrei raccontare mille. Ma l’inizio è sicuramente uno dei momenti più importanti”.
Un episodio che ricorda su tutti, nei suoi anni in giallorosso? “Dei miei anni in giallorosso ne potrei raccontare mille, dall’esordio, ogni gara all’Olimpico, mille momenti importanti. Vestire la maglia della Roma è sempre stato il mio sogno da bambino… Giocare per la Roma per me era il massimo. Poi crescendo si diventa professionisti e nella crescita professionale c’è anche la possibilità di cambiare squadra. Io non lo avrei mai immaginato, ma è andata cosi”.
La vita di un calciatore è fatta di sliding doors. C’è qualcosa che avresti cambiato? “Ce ne sono stati tanti, ma non vorrei tornarne a parlare. Pensare se tornassi indietro… non ha senso! Il primo bivio è stato sicuramente nel 2009 quando ho deciso di lasciare la Roma e sono andato al Liverpool. Ce ne è anche uno di qualche anno prima, avevo sedici anni e c’era stata una grande offerta da una squadra inglese. Dopo essere andato via dalla Roma nella mia carriera ci sono stati altre tre, quattro bivi importanti, che mi hanno portato a fare questa carriera. Le scelte che deve fare un calciatore possono essere giuste o meno, ma l’importante è avere il coraggio di farle. Non so se siano state giuste o sbagliate le mie, ma non ho rimpianti…”.
Ha giocato in campionati diversi, ad oggi cosa hanno lasciato nell’Aquilani professionista e uomo?
“Il numero di club e la qualità delle società dove ho giocato mi hanno lasciato molto sia a livello calcistico che umano. Paesi e culture diverse che ti arricchiscono, nuovi modi di vedere il calcio, e la vita. Un bilancio positivo”.
In cosa differiscono i diversi campionati? “La serie A, Premier League e il campionato portoghese sono tornei molto diversi tra loro, il modo in cui si vede la partita la domenica poi cambia. Non che uno sia meglio dell’altro; ho avuto la fortuna di giocare in grandissimi club e mi sono goduto queste avventure. Forse l’unico rimpianto che ho è di aver vinto poco. Ci sono andato troppe volte vicino, per non averlo messo nulla in bacheca”.
Come nasce l’avventura con il Pescara? “Ero a Lisbona, durante l’estate e ho ricevuto parecchie chiamate dal Pescara, dal mister. All’inizio sembrava infattibile per diversi motivi, poi alla fine ha vinto il mio desiderio di rimettermi in gioco. Da un paio di anni ero fuori dai giochi e ho scelto una piazza che ha le caratteristiche per potermi inserire, per poter esprimere le mie qualità. Mi hanno subito parlato del loro intento di fare un gioco propositivo, basato su quelle caratteristiche che fanno parte del mio bagaglio. Ho sentito tanto entusiasmo e sono qui per dare il massimo per poter raggiungere i risultati che ci siamo prefissi”.
In questo inizio stagione ha già realizzato un gol e un assist, una partenza abbastanza positiva nonostante i risultati… “Forse mi aspettavo a questo punto del campionato di avere qualche punto in più, di poter contribuire magari con un gol in più. Mi prendo le mie responsabilità, però il campionato è lungo e speriamo che vada sempre meglio”.
Che sapore ha per lei la sfida con la Roma?
“La Roma sta nel mio cuore, mi ha dato la possibilità di giocare ad altissimi livelli. Non ne potrei mai parlare male anche se tra virgolette mi ha infranto un sogno. Il sogno di proseguire a giocare con quella maglia. Sarà stato giusto cosi; ho avuto l’opportunità di crescere e veder il calcio con un occhio diverso e sono stato orgoglioso di andare in club così importanti”.
Come è incontrare la Roma da avversario? “Sicuramente una gara particolare, sono passati tanti anni, ma vengo all’Olimpico sempre con piacere”.
C’è un nutrito gruppo di romanisti in squadra con lei. Come stanno vivendo l’avvicinarsi della sfida? “Siamo in tanti, tra di noi c’è un feeling particolare, siamo molto uniti. Abbiamo avuto parecchi argomenti di cui parlare nei giorni precedenti alla gara”.
Ci parla un po’ di Oddo? “È un allenatore giovane con delle idee molto innovative, vuole un calcio propositivo. Stiamo avendo delle difficoltà, è giovane ma ha le carte in regola per fare una grande carriera da allenatore”.
Domenica avete incontrato la Juventus, è davvero così forte? Il campionato è già deciso? “È forte. Soprattutto quando giochi allo Juventus Stadium: ti schiaccia, non ti dà grosse possibilità. Noi sappiamo che quella non era la partita da vincere, a Roma prevediamo che la partita sarà altrettanto difficile… Comunque la Juve è forte”.
Aquilani e Spalletti: un sodalizio che ha dato i suoi frutti. “Il mister mi ha dato tanto, ancora porto dietro i suoi consigli, gli allenamenti che mi fece fare ai tempi della Roma. È stato un allenatore molto importante per la mia crescita e lo ricordo con affetto. Penso sia uno dei migliori allenatori che ho avuto!”.
Una caratteristica del tecnico su tutte? “Molto meticoloso, ti insegna a giocare a calcio. Un allenatore attento ai minimi particolari, un insegnante. Adesso forse è cambiato, ma io ne ho un ricordo molto positivo”.
Crede sia cambiato in questa sua nuova esperienza a Roma? “In qualche intervista all’inizio me lo ha fatto pensare, ma in fondo credo sia lo stesso. Certo tornare a Roma dopo averci lavorato così tanti anni, magari sai già dove vuoi mettere qualche paletto, e penso che lo stia facendo grazie alle esperienze cha ha avuto in passato”.
Totti: 40 anni. Qual è il segreto del capitano, secondo lei? “Il suo segreto è che è più forte degli altri! Essendo così forte può giocare quanto vuole. Per arrivare in forma a quarant’anni devi aver fatto una vita sana, senza grandi stravizi, una vita da professionista”.