Come sta andando, come vanno gli allenamenti ora?
“Io sto bene, mi sento bene, da Pinzolo non ho mai salato nessun allenamento. E sono molto contento perché ero un po’ preoccupato visto il finale della stagione scorsa quando un infortunio alla gamba non mi ha permesso di giocare. Io sto lavorando duro, zitto zitto aspettando quando avrò una opportunità”.
Domenica la Roma affronterà il Torino, che sensazione prova a tornare nello stadio dove lo scorso anno ha giocato da granata? “Tornare al Grande Torino sarà speciale, perché è uno stadio dove mi sono divertito tantissimo. Ho fatto delle grandi partite in quello stadio, ho perso solo una volta. Sarà bellissimo rivedere i miei ex compagni, tutti i ragazzi che lavorano nella società, sarà una bella emozione”.
Che esperienza è stata nel suo complesso, l’avventura al Toro? “È stata una esperienza molto importante. Mi è servito per mettermi in mostra e giocare con più continuità. Da agosto a dicembre ho giocato 14 gare, ne abbiamo vinte 9 ed eravamo nella parte alta della classifica. Poi purtroppo a gennaio ho avuto un problema alla gamba e le cose non sono andate come speravo, ho speso quattro mesi per riprendermi. Sono stati mesi molto tristi, ma sono stato contento di vestire la maglia granata”.
Torino e Roma due piazze con tifoserie molto simili… “Sì è vero. Sono molto simili, i tifosi sono innamorati. I tifosi della Roma lottano da anni per posizioni importanti, ma anche quelli del Toro hanno una grande tradizione alle spalle. Sono le due tifoserie che porto nel mio cuore”.
Un legame che le ha dato emozioni forti… “Ricordo l’emozione che ho provato quando ho messo la maglia giallorossa per la prima volta e poi lo scorso anno quando ho incontrato la Roma da avversario ho dato tutto per fare il massimo, era il modo di dimostrare a me stesso che stavo bene. Ma allo stesso tempo avevo di fronte la squadra che mi ha portato in Italia, la squadra che ha fatto tutto per me. È stata una situazione difficile, ma alla fine dovevo fare il professionista e ho giocato una buona gara”.
Mihajlović era già al Torino lo scorso anno quando lei vestiva la maglia granata, che allenatore è? “È molto tosto, ti spinge sempre a dare il massimo e se non lo fai si arrabbia moltissimo. Ho avuto un bellissimo rapporto con lui e lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di giocare. È stato bello conoscere lui e il suo staff, una bella opportunità per me”.
Secondo lei che tipo di avversario si troverà di fronte la Roma domenica? “Sarà un avversario difficile, sono un gruppo che contro le squadre grandi si carica, tutto l’ambiente è entusiasta. Per la Roma non sarà facile, ma la Roma è forte e deve andare lì a fare risultato. Ci vuole l’approccio giusto perché loro correranno come matti per fare risultato e noi dobbiamo fare lo stesso per poi far venire fuori la qualità tecnica che abbiamo in più”.
Quanto perde il Torino senza Belotti infortunato? “Tanto, tantissimo. Belotti è molto forte e la sua assenza sarà difficile da colmare per il Torino. È un giocatore che vale tanto, che lo scorso anno ha fatto tanti gol e anche questo anno ha iniziato benissimo. Poi vive un momento speciale, perché tutto quello che fa gli riesce bene. Sono sicuro che farà una bella carriera e sarà molto utile anche alla nazionale italiana, avranno una punta molto forte. Mi dispiace la sua assenza perché è sempre brutto vedere un giocatore fuori per infortunio. Per loro sarà una mancanza molto pesante…”.
A chi bisogna fare particolare attenzione tra i giocatori granata? “Io faccio due nomi, i miei due ex compagni di Torino e Roma: Ljajic e Iago Falque. Sono due giocatori imprevedibili, difficili da marcare”.
Secondo lei con il cambio di allenatore a che punto è la crescita generale della Roma? “La squadra sta crescendo giorno dopo giorno, ogni partita gioca meglio. Non è facile quando c’è un cambio così radicale. È cambiato il Direttore Sportivo, l’allenatore… penso che fosse previsto un periodo di ripartenza. Per quello che li ho potuti conoscere, sono arrivati dei bravissimi professionisti e brave persone. La Roma in buone mani, cresce ogni giorno e crescerà sempre di più”.
Che allenatore è di Francesco? B“È molto bravo. Si vedeva già a Sassuolo, come faceva giocare i suoi. Era difficile giocare contro il Sassuolo, era una squadra tosta. È giorno dopo giorno si vede lo conosciamo meglio, si vede che è bravo. Vuole curare ogni particolare ed è molto importante e utile perché poi quando scendi in campo tu sai a memoria quello che devi fare e sai anche quando stai sbagliando. Puoi facilmente migliorare. Ha davanti un grande futuro e sono contento che sia l’allenatore della Roma”.
Dando uno sguardo al campionato, che idea si è fatto? Pensa sia più combattuto degli ultimi anni? “Sì, sicuramente più aperto. Gli anni scorsi alla 10ª giornata già tutti sapevano più o meno come sarebbe andata. Quest’anno non sarà così. Pensando a noi dobbiamo stare sempre li vicini ai primi per fare lo sprint finale nel girone di ritorno. Sarà un campionato bello”.
La corsa alla Champions secondo lei quali squadre interesserà? “Siamo noi, la Juve, il Napoli, l’Inter e Milan… Cinque o sei squadre per quattro posti. Per questo dobbiamo stare vicini in alto alla classifica perché non ci sarà una grande differenza di punti”.
Che Roma trovò nel 2012 e che Roma hai trovato quest’anno dopo un anno lontano? “È vero, è cambiato tantissimo. Ho trovato una Roma molto più importante. Quando sono arrivato nel 2012, era una squadra che lavorava per tornare in Europa, e alla mia seconda stagione ci siamo riusciti. Adesso la Roma va in Champions quasi ogni anno, lotta sempre per lo scudetto. È cresciuta dentro e fuori dal campo. Il presidente ha fatto e sta facendo un grandissimo lavoro. Si sente un grande cambiamento”.
Quali sono i suoi obiettivi in questa stagione? “Il mio impegno è di lavorare duro, in silenzio. So che è tanto tempo che non gioco con continuità e non posso aspettarmi niente. Però mi impegno a testa bassa giorno dopo giorno. Ho dentro di me il desiderio di prendermi una rivincita, una rinascita e credo che sarà con questa maglia. Giallorossa”.