L’Atalanta ha detto sì. Non che in precedenza avesse detto no, anzi, solo che ora il club bergamasco sarebbe disponibile a far partire subito Gianluca Mancini. Ieri da Bergamo (anzi dalla Ciociaria), prima e dopo la goleada con il Frosinone, sono arrivati segnali incontrovertibili. Segnali che si possono sintetizzare con una frase che sul mercato costituisce sempre la prima regola: è solo una questione di soldi.
Se ci sono quelli, un accordo si trova. Ovvero: se la Roma ci garantisce quello che chiediamo (pare una ventina di milioni), il giocatore può partire in questa sessione di mercato. Mancini, ventidue anni, in gol pure ieri contro il Frosinone, è il giocatore che la Roma e Monchi hanno individuato per ringiovanire e rinforzare il pacchetto dei difensori centrali.
La trattativa per giugno era stata già abbozzata, ma adesso a Trigoria ci sarebbe l’intenzione di anticiparla. Ma come si fa considerando che al momento non c’è un budget di mercato in grado di andare a coprire la spesa?
Prestito e riscatto Ora l’operazione si può fare solo con la formula del prestito e obbligo di riscatto (a meno di una cessione importante). Non è neppure un’operazione sconosciuta dalle parti di Bergamo. Con questa formula, per esempio, due anni fa, sempre a gennaio, la società bergamasca vendette Gagliardini all’Inter, cinque milioni cash subito per un prestito biennale, altri venti (in tre rate) garantiti dopo ventiquattro mesi.
A queste condizioni, magari con una valutazione complessiva del cartellino un po’ inferiore a quella di Gagliardini, l’affare Mancini per la Roma si potrebbe chiudere subito. Roba del tipo: tre milioni adesso, altri quindici garantiti dall’obbligo di riscatto. Ma considerando un budget zero, come trovare quei tre-quattro milioni che servono? La risposta più semplice è quella relativa a una cessione di Marcano. (…)
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