Iniziato ufficialmente nella giornata di ieri con la firma del colombiano Muriel per la Fiorentina, il mercato di gennaio vedrà in prima fila anche la Roma. Parola di Dario Canovi, storico procuratore e scopritore, fra gli altri, del talento di Patrik Schick.
Chi si muoverà di più?«Io non ho mai creduto ai grandi colpi nel calciomercato invernale. Qualcosa succederà nella Roma, penso in difesa e a centrocampo. Di Francesco ha chiesto due giocatori. Anche il Milan farà qualcosa. Non credo faccia molto l’Inter, nemmeno in uscita. Il Napoli mi pare che da un punto di vista di rosa stia più che bene. Perciò le grandi squadre, tranne forse la Roma, non credo facciano molto. Ci sarà più movimento tra le squadre di mezza classifica. Il Genoa ha preso un portiere brasiliano e farà altre operazioni, ma sostanzialmente mi aspetto un mercato abbastanza fiacco a livello nazionale».
Come giudica il colpo Muriel, seguito anche dal Milan e finito alla Fiorentina? «Il Milan lo avrebbe voluto, ma non ha potuto per via del decreto dell’Uefa. La Fiorentina ha fatto una mossa intelligente».
Tornando alla Roma, contro il Sassuolo si è rivisto il vero Schick. L’ipotesi di un prestito sembra più lontana: è la scelta giusta? «Direi proprio di sì, anche perché non puoi chiedere a Dzeko di giocare cinquanta partite l’anno. Io non lo conosco personalmente, ma credo fosse più un problema di testa».
Ci spieghi meglio… «Forse sentiva il peso di un costo elevato e delle aspettative che c’erano su di lui. Credo avesse bisogno di questa iniezione di fiducia perché in quella partita non ha fatto vedere solo il gol e il rigore procurato, ma anche tre o quattro numeri da giocatore importante qual è».
Si è visto anche un atteggiamento diverso. «Questo è importante. Credo che a volte non sia stato molto aiutato, non tanto dalla Roma, quanto da chi gli sta vicino. Uno dei compiti degli agenti e dei procuratori dovrebbe essere anche quello di stare vicino ai propri giocatori e di aiutarli nei momenti di difficoltà. Non so se questo lui lo ha avuto, ma da quello che è successo direi di no».
Potrebbe diventare il valore aggiunto nella seconda parte della stagione? «Credo che sia soprattutto questione di convinzione. Una volta acquisita la convinzione di essere importante per la Roma e che una grande squadra non è fatta da undici giocatori, ma da sedici-diciassette calciatori che sono utili alla causa, capirà che il futuro è suo. Anche per una questione di età penso che potrebbe diventare molto importante in questi cinque mesi. Tecnicamente credo ci siano pochi dubbi. I colpi ce li ha sempre avuti e quando sostenevo che era un talento già a diciotto anni era perché qualcuno aveva visto per me che potenzialmente era un grande giocatore. Non l’ho visto solo io, se la Roma lo ha pagato quella cifra non è perché sono pazzi. D’altronde lo volevano anche Inter, Juventus e Milan». (…)
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