La rivoluzione in atto al Milan porterà non solo all’addio di Berlusconi e di Galliani ma anche, quasi certamente, di colui che è stato il loro ministro degli esteri: Umberto Gandini. Oggi direttore esecutivo del club rossonero, all’interno del quale opera da oltre vent’anni, è conosciuto e stimato in ogni organismo internazionale: ha contatti, rapporti, conoscenze. Non a caso è anche vicepresidente dell’ECA, la potente associazione che rappresenta le società a livello continentale, il cui numero uno è Karl-Heinz Rummenigge.
Gandini non sarà allontanato dal Milan: Fassone, amministratore delegato e direttore generale della nuova proprietà, lo conosce e ne apprezza le qualità e non avrebbe intenzione di privarsene. Ma il direttore esecutivo rossonero ha ricevuto una proposta assai interessante che – secondo quanto appreso da calciomercato.com – avrebbe intenzione di accettare: la Roma, una volta a conoscenza del ribaltone in atto in casa rossonera, gli ha offerto la carica di amministratore delegato. Gandini ha preso tempo, com’è normale che sia, ma a settembre dovrebbe sciogliere i dubbi e abbracciare la causa giallorossa, lasciando un Milan – il suo Milan – che ormai non c’è più.
E’ comprensibile che Gandini sia affascinato dall’avventura romana: dopo una vita nell’ombra di Galliani, l’idea di correre per conto proprio lo stimola parecchio. In giallorosso Gandini lavorerebbe al fianco del direttore generale Baldissoni e sarebbe l’uomo giusto per gestire la società, anche per l’esperienza maturata al Milan: una figura che Pallotta ha cercato inizialmente in Franco Baldini, che poi ha però preferito mollare il mondo giallorosso (al quale si è da poco riavvicinato, ma solo come consulente esterno).
Gandini alla Roma, insomma, dovrebbe essere questione di poche settimane, a meno di ripensamenti. E per il club giallorosso, sempre alla ricerca di equilibrio e peso internazionale, si tratterebbe certamente di un gran bel colpo.