Monchi
, attuale ds del Siviglia è intervenuto ai microfoni di ‘BeIn Sports España’, soffermandosi in particolare sul suo futuro. Queste le sue parole:
“In Inghilterra certamente girano più soldi, ma vedo troppa distanza tra la proprietà e i direttori sportivi. Io ho bisogno di un maggior potere decisionale, per questo sono convinto che in Ligue 1 e in Seria A potrei lavorare meglio. Ho bisogno di sfide. Sono come il Siviglia, sono un ribelle. In realtà, non c’è un motivo concreto che mi spinga a un cambiamento. E non c’è neppure una data prefissata. Questo sì, c’è un desiderio di vivere altre sensazioni, altre situazioni che si possano produrre in un futuro. Il fatto è che sono intimamente sevillista. Sono arrivato qui come giocatore a 18 anni e, dopo 30 anni, sono ancora qui come dirigente. Sento il bisogno di cambiare, di sperimentare e questo accadrà in un futuro. Me ne andrò quando si daranno le condizioni necessarie per la mia uscita dal club. Non sarà una scelta unilaterale, ma bilaterale. Dovremo essere tutti d’accordo”.
Possibile addio già dopo la chiusura del mercato invernale? “E’ una notizia che è circolata a Siviglia. Si è detto che il nuovo club avrebbe pagato la clausola rescissoria, ma è esattamente quello che non voglio. Dev’esserci piena concordanza. E’ chiaro che è una scelta difficile, specie ora che le cose vanno così bene”.
Il segreto del mio successo? “Mi sono ispirato a club come il Lione e al Porto, società che comprano spendono poco e vendono piuttosto bene e, per di più, hanno accompagnato queste operazioni con successi sportivi. Ho cercato di portare questo a Siviglia, in un momento difficile a livello economico per il club. Ci siamo trovati nella situazione di generare attivi scoprendo i talenti prima della concorrenza. La chiave è la coordinazione con l’allenatore nel momento in cui si individuano i nuovi rinforzi. Se non sei capace di leggere il profilo esatto dei giocatori di cui ha bisogno il tuo allenatore, per quanto buono possa essere il calciatore in un altro contesto, non trionferà“.