Verdi e Dzeko sono state due trattative della Roma, in entrata e in uscita, che sembravano ormai andate in porto e che sono invece naufragate.
E’ stato il calciomercato dei “no”. Quello in cui la volontà dei calciatori ha prevalso sugli accordi tra le società. Verdi ha detto di no al Napoli, Dzeko ha detto di no al Chelsea. E sono proprio i loro rifiuti che un giorno potrebbero portarli a giocare insieme, soprattutto per il fatto che da quando è andato via il suo partner d’attacco preferito, Salah finito al Liverpool, i goal e il rendimento del bosniaco sono calati vistosamente.
Magari con Verdi al suo fianco, Edin Dzeko potrebbe ritrovare quelle palle goal che gli mancano dall’inizio della stagione e tornare il bomber che soltanto una stagione fa era riuscito a mettere a segno ben 39 goal, battendo qualsiasi record di reti in casa Roma.
Ma andiamo per ordine. Simone Verdi è stato l’attaccante maggiormente corteggiato dal Napoli nel mercato di gennaio che si è appena concluso. Con 25 milioni di euro il Bologna aveva dato il via libera alla cessione ma poi si è passati ad una fase di riflessione piuttosto lunga e nella quale anche la telefonata di Sarri non ha inciso per nulla sulla decisione finale del ragazzo, che ha preferito restare al Bologna fino al termine della stagione, invece che andarsi a giocare lo scudetto con la maglia azzurra.
Scelta di cuore? Difficile. Perchè comunque Verdi in estate dovrebbe lasciare il club di Joey Saputo. C’è proprio la Roma che lo aspetta e che avrebbe segretamente portato avanti la trattativa per fare in modo che il ragazzo non firmasse con il Napoli e per poterlo poi tesserare il prossimo luglio. Al Bologna non cambierebbe nulla tra l’altro. Incassava 25 mlioni da De Laurentiis, incasserebbe più o meno la stessa cifra da Pallotta, con la certezza ormai di tenere l’attaccante fino al termine della stagione, cosa che ovviamente non è affatto dispiaciuta a Donadoni.
Dunque Verdi avrebbe rifiutato il Napoli, consapevole che un importante treno per la sua carriera sarebbe ripassato a prenderlo soltanto qualche mese più tardi. Non più azzurro ma stavolta giallorosso. Ecco il perchè di una scelta che a tanti chiaramente è sembrata strana e azzardata. (…)