Scimmiottando una vecchia pubblicità dei tempi della Milano da bere, San Siro sarà per molti ma non per tutti. Bello però. Esaurito sfiorato, sono attesi 65.000 tifosi per un grande snodo del campionato. E i romanisti saranno in numero molto consistente: 3.000 tra settore ospiti e spettatori residenti al nord mimetizzati sulle tribune.
QUANTE STORIE – E’ una partita densa di ricordi, di precedenti, di aspettative, che arriva in un momento paradossale: il Milan della nuova proprietà che prometteva scintille nell’immediato ha gli stessi punti della Roma, che non veniva accreditata come una pretendente allo scudetto e deve ancora recuperare la partita con la Sampdoria. Siamo solo all’inizio eppure si giocano tanto in termini di ambizione gli allenatori, Montella e Di Francesco, amici fuori dal campo grazie all’adolescenza empolese quanto diversi nell’interpretazionetattica e gestionale del gioco. Chi perde stasera si ritroverà in discussione, almeno tra i tifosi più estremi. E forse Montella, criticato pubblicamente dalla società dopo il ko di Genova, rischia di perdere fiducia anche all’interno.
INCROCI – Per rappresentare questa sfida che il Milan ha vinto più del doppio delle volte a San Siro (45 a 18) perdendo però le ultime due, abbiamo isolato cinque storie, cinque duelli che possono sintetizzare un confronto tra filosofia e tradizionalmente opposte. In comune adesso Milan e Roma hanno una proprietà straniera. Ma le filosofie e finanziarie dei due gruppi sono così distanti da aver già provocato un battibecco estivo a mezzo stampa tra Pallotta e Fassone. Ma sul campo è una partita che annuncia democrazia tecnica: può succedere non tutto, ma molto.