Chissà se in quell’aprile del 2011 – i giorni della grandi speranze per i tifosi giallorossi – avrebbe immaginato un futuro così. Difficile che James Pallotta stasera, sedendo in tribuna all’Olimpico, abbia voglia di andare alla ricerca del tempo perduto, ma di sicuro, per un imprenditore ambizioso come lui, dalla Roma avrebbe preteso di più. Comprensibile. Se si pensa che la squadra giallorossa, sotto la gestione statunitense, è alla terza partecipazione alla fase a gironi della Champions League, e finora le vittorie sono state solo due: contro il Cska Mosca e il Bayer Leverkusen.
MONCHI AVVISA – Per questo il d.s. Monchi ha vissuto una vigilia poco tranquilla. «L’Atletico Madrid è l’avversario più complicato del gruppo, il più difficile del girone – ha detto a Movistar –. È una squadra che conosce perfettamente i tempi della partita e lavora insieme da diversi anni con lo stesso tecnico e senza cambiare molti giocatori. Tra l’altro, non so se sia stata una cosa buona che la partita contro la Sampdoria sia stata rinviata. Sono tanti giorni che non giochiamo e credo che sarebbe stato positivo giocare per ritrovare il ritmo partita».
BILANCI – Tra l’altro, c’è da sottolineare come Pallotta in passato, per certi versi, abbia preso l’Atletico come un esempio positivo. Al netto dei pesanti debiti, d’altronde, nel 2010-2011 – la stagione in cui la proprietà Usa arrivò – il fatturato della Roma era di 143,9 milioni contro i 94,6 milioni del club di Madrid. E allora deve avere proprio ragione Monchi quando parla dell’«effetto Simeone», che dal dicembre 2011 ha vinto una Europa League, una Supercoppa Europea, un campionato, una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna e una Coppa el Re, oltre a giocare due finali di Champions. Morale: visto che anche l’Atletico ha spesso venduto le sue stelle, aver però mantenuto sempre lo stesso allenatore (i giallorossi ne hanno cambiati sei) ha giovato, nonostante i due fatturati anche oggi non siano distanti (a giugno scorso 228 milioni l’Atletico e 218 per la Roma).
NUOVO SPONSOR – Pallotta, però, non si tira indietro nella voglia di far crescere il club. Ieri si è dedicato alla riorganizzazione del settore commerciale (oggi farà lo stesso), avendo come primo obiettivo quello di ritrovare quel «main sponsor» che manca dal 2013. In pole linee aeree e società di scommesse, ma si lavora su tutti i fronti. Oggi però il calcio giocato prenderà la vetrina su tutto. E per la Roma sarà la prima volta in Champions senza capitan Totti in rosa. Un motivo in più per cercare una vittoria che, forse, darebbe davvero il senso dell’apertura di un nuovo ciclo.