Pane, calcio, Roma e comunque un pizzico di nostalgia del suo Siviglia. È la quotidianità di Ramon Rodriguez Verdejo, cioè Monchi, il nuovo direttore sportivo che da qualche mese è sbarcato a Trigoria. Crediamo di non sbagliare immaginando che l’uomo che ha consentito al Siviglia di vincere nove coppe, sia già proiettato al futuro. Che nel suo caso vuole dire mercato. Prossimo appuntamento la finestra di gennaio che alle edizioni Panini ormai vedono come il fumo agli occhi visto che li costringe a pubblicare il comunque imperdibile album annuale prima dei tanti trasferimenti della finestra di mercato invernale.
Si dice sempre che il mercato si faccia sempre prima rispetto alle date ufficiali stabilite dalla federazione. È così, sarà sempre così. E allora per qualsiasi ds che si rispetti, è necessario continuare a masticare calcio giorno dopo giorno, video dopo video, telefonata dopo telefonata. Ma anche andando a vedere calcio. Monchi ai suoi collaboratori a Trigoria, sin dal primo giorno ha spiegato come a lui, comunque, nonostante la tecnologia di questi tempi, piaccia andare a vedere il calcio dal vivo, allo stadio. Può farlo poco quando la Roma è impegnata in campionato. Lo può fare un po’ di più quando ci sono le gare europee che, da calendario, tra Champions ed Europa League, sono spalmate su tre giorni. Lo ha fatto anche subito dopo la prima sfida del girone di Champions contro l’Atletico, giocata di martedì. La mattina dopo è volato a Londra (incontro con Baldini?), per poi nel pomeriggio trasferirsi a Rotterdam dove ha assistito alla goleada del Manchester City contro il Feyenoord. Il giorno dopo è andato in Belgio per assistere a Waregem-Nizza, due squadre che fanno parte del girone della Lazio. Si potrebbero costruire chissà quali storie, ma Monchi potrebbe spiegare che è andato a vedere solo calcio dal vivo.