E’ tornata in mente la velenosa analisi di Walter Sabatini, ormai lontano dai riflettori di Trigoria: «Nella Roma ci sono quattro centri di potere». Beh, quei quattro centri di potere si sono ritrovati ieri sera nella stessa città. E oggi saranno nella stessa stanza, intorno allo stesso tavolo, per celebrare il benvenuto (quasi) ufficiale al nuovo direttore sportivo, che sarà Ramon Rodriguez Verdejo, per il calcio Monchi, rampante filmaker del processo di internazionalizzazione del Siviglia. I quattro poteri? James Pallotta, il presidente di Boston. Franco Baldini, il primo consulente del boss. I dirigenti della Roma, quindi Baldissoni e Massara (non Gandini, che era ad Atene per le riunioni dell’Eca). E poi Monchi, cioè la costola spagnola dell’organigramma. La Roma ha cercato di smentire l’incontro, opportunamente, per evitare di irritare il Siviglia, il club che fino a giugno pagherà Monchi. Ma ormai la trattativa è in via di definizione: si attende solo l’annuncio della firma su un contratto triennale.
PARTECIPANTI – L’appuntamento, appena una settimana dopo la cena di Via Veneto, è stato fissato a Londra, con un uomo toccato dal turnover: al posto dell’allenatore Spalletti, che era impegnato sul campo per la ripresa degli allenamenti, è stato invitato Monchi, atterrato nella City poco le 19 con il volo EZY81FP proveniente da Siviglia. Padrone di casa, ovviamente, il presidente Pallotta, che prima di ripartire per la sua Boston ha voluto sistemare il mosaico dirigenziale. Massara ne continuerà a far parte, in un’ampia struttura che Monchi arricchirà di almeno un collaboratore venuto dalla Spagna: forse Oscar Arias Suarez, avvistato all’Olimpico in occasione di Roma-Fiorentina. Sembra che la Roma non sia obbligata a onorare la clausola rescissoria da 5 milioni prevista nel contratto firmato da Monchi con il Siviglia fino al 2020, grazie al buon rapporto tra le società e alla chiarezza del dirigente che con largo anticipo ha chiesto al club servito per 28 anni (11 da portiere, 17 da direttore sportivo) di essere liberato.
IL PERCORSO – Monchi ha sciolto le riserve nelle ultime ore, dopo il lungo pressing di Baldini che lo aveva incontrato per la prima volta all’Emirates Stadium, a novembre, in occasione della partita di Champions tra Arsenal e Psg. Allora Monchi stava studiando proprio il Psg, dove già lavorava il “suo” allenatore Emery e dove molte fonti internazionali lo accreditavano come successore di Patrick Kluivert alla direzione sportiva. Invece Monchi che a settembre compirà 49 anni, per una serie di incastri favorevoli si sta accordando con la Roma.
ASSESTAMENTO – Sono tanti gli impegni che lo attendono a breve termine, tra rinnovi contrattuali e innesti di mercato. Il primo compito in ordine di importanza sarà incontrare Luciano Spalletti, che ancora non ha comunicato a Pallotta se abbia deciso di continuare la sua avventura alla Roma. Se verificasse in prima persona che la separazione è inevitabile, Monchi partirebbe con le consultazioni per scegliere il nuovo allenatore. Che potrebbe essere proprio Emery, tutt’altro che sicuro della conferma al Psg dopo l’umiliazione di Barcellona. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che Emery è uno degli allenatori prediletti da Baldini: la Roma lo contattò nella primavera del 2012, dopo il fallimento della gestione di Luis Enrique, beccandosi un garbato rifiuto. Adesso le condizioni sono diverse: la Roma è più forte e credibile ed Emery, che ha detto no anche al Napoli due anni fa, è tentato dalla ricomposizione della coppia con Monchi, assai redditizia a Siviglia. Ma tutto passa prima per Spalletti, a cui la Roma non vorrebbe rinunciare. E poi i programmi dipendono dal piazzamento finale in campionato: con la squadra qualificata per la Champions League si potrebbe cercare un profilo alla Emery; in caso contrario la Roma sarebbe obbligata ad abbassare il tiro.