I punti in comune sarebbero tanti, almeno nella valutazione superficiale di un lavoro che la Roma ha intenzione di proseguire anche nel prossimo futuro. La necessità di generare plus valenze cambierà però nella metodologia, un passaggio definitivo di consegne che aprirà definitivamente un nuovo capitolo operativo della gestione americana. La fase dell’istinto e della fantasia terminata dopo l’addio di Walter Sabatini lascerà posto al mercato tecnologico e innovativo di Monchi, atteso nella capitale nei prossimi giorni per ufficializzare la partenza dell’avventura in giallorosso. Il curriculum di successi trasportati dalla Spagna proverà ad essere arricchito da un’esperienza lavorativa diversa dal modo di applicazione dell’ex diesse giallorosso, che arrivato agli sgoccioli nei rapporti con il presidente Pallotta, aveva da tempo respirato l’ aria di un cambiamento difficilmente sopportabile per i propri metodi professionali. A ottobre dello scorso anno infatti, la situazione per Sabatini era fin troppo chiara: «Il presidente e i suoi collaboratori puntano su altre prerogative, adorano la statistica e cercano algoritmi vincenti, io invece mi fido soltanto del mio istinto». Lo stesso che Monchi in più di un’occasione ha ammesso inevitabilmente di utilizzare, anche se il bisogno sempre più impellente di abbattere le barriere dei rischi ha aperto un canale di aiuto «meccanico» in grado di supportare il durissimo lavoro di scouting, facilitato e supportato dall’utilizzo di numeri e statistiche. «Sono malato dei dati – ha ammesso ieri Monchi in un’intervista al quotidiano spagnolo AS – riducono i rischi e semplificano tutto. Ora è possibile misurare le prestazioni di un giocatore in maniera continua e su ogni aspetto».
Un piano che verrà trasferito dentro Trigoria, dove la società si augura di intraprendere un percorso funzionale e che nel breve periodo risulti ovviamente vincente. Se l’occhio del comando sarà sempre puntato sull’aspetto finanziario, la speranza è che si possa affiancare anche al successo sportivo. Monchi non ha dubbi: «Il denaro ti dà l’agilità, ma non e certo il successo. Devi cercare dica pire come quel giocatore renderà in quel preciso ambiente. Non vendiamo per crescere, vendiamo per mantenere una struttura salariale ben al di sopra delle entrate del club. Si tratta di un modello a rischio, non e affatto consigliabile, ma il Siviglia lo ha usato perfettamente». Nel frattempo e arrivata in serata la comunicazione del Uefa, che ha confermato il raggiungimento di tutti gli obietti vi fissati per il club giallorosso dal regime di fair play finanziario nella stagione 2016/2017, limitando il periodo di controllo sino al termine della prossima. Capitolo allenatore: ieri il dg Baldissoni ha incontrato casualmente Mancini dalle parti dello studio Tonucci. Il tecnico ex Inter rimane, però, al di fuori delle scelte prioritarie della società. Per il momento Emery sito glie dai giochi: «Io alla Roma? No, non sono sul mercato. Ho un contratto con il PSG anche per un altro anno e non e vero che ho firmato accordi altrove. Sono concentrato soltanto sul presente».