Il romanismo si può anche imparare, se vissuto passo dopo passo con il passo esperto di chi non vuole infrangere ma semmai costruire. E così Monchi, il fascinoso ultimo arrivato a Trigoria, si sta dedicando essenzialmente a una fase di studio operativo, se così si può chiamare: ieri ad esempio ha partecipato in qualità di direttore sportivo alle riunioni con l’Atalanta per Franck Kessie, un giocatore che non ha scelto e che però apprezza. Ma più in generale si sta dedicando alla conoscenza del suo nuovo mondo, come testimonia la scelta di mettere sul profilo Twitter la foto di una famosa frase di Liedholm scolpita da qualche mese sui muri del Tre Fontane, il piccolo stadio della Primavera.
L’ALLENATORE – Il primo problema che dovrà risolvere riguarda il futuro tecnico: nella sua testa c’è davvero la volontà (e forse la consapevolezza) di poter continuare con Luciano Spalletti, che ha chiesto anche a lui di rinviare la discussione alla fine del campionato. O comunque al giorno in cui sarà sicuro il piazzamento finale. E’ sempre Spalletti, nonostante il derby perso, la prima scelta della Roma. Monchi gli parla tutti i giorni, ha capito il suo scoramento e il suo stato d’animo, e però illustrandogli il piano ambizioso che ha in testa conta di trattenerlo a Trigoria, sfruttando anche le recenti aperture dell’interlocutore. I contatti con altri professionisti esperti e stimati potrebbero quindi scontrarsi con la sorpresa dell’ultim’ora. Ieri in Spagna hanno scritto di un contatto con Ernesto Valverde, allenatore dell’Athletic Bilbao che sembra in corsa per la panchina del Barcellona. E da tempo si fanno i nomi di tecnici che hanno lavorato con lui al Siviglia: in primis Unai Emery, che la Roma aveva cercato già durante il primo regno di Baldini (2012) dopo le dimissioni di Luis Enrique, ma anche Marcelino, ex Villarreal entrato nel casting Inter lo scorso anno. Sono tutte opzioni validissime, Emery qualcosa di più, ma è meglio non dare niente per scontato vista la posta in palio.
ASSESTAMENTI – Più probabile che presto venga raggiunto l’accordo per il rinnovo di De Rossi, caldeggiato proprio da Spalletti in sala stampa. Lo stesso Monchi ha garantito che gli interessi convergenti, rimanere insieme, prevarranno rispetto alle differenze economiche che Baldissoni da mesi sta provando a ridurre. De Rossi chiede un contratto di due anni e magari sarà accontentato. La Roma in cambio avrà un giocatore felice di indossare per la prima volta, a pieno titolo, la fascia di capitano. Quasi impossibile invece che rimanga Szczesny. A Trigoria sono orientati a dare fiducia ad Alisson, soltanto intravisto nella prima stagione italiana, e il titolare di quest’anno dovrebbe rientrare all’Arsenal. Difficile che trovi invece l’accordo con il Napoli, dove pure lo hanno sondato. Se lascia la Roma, un po’ a malincuore, Sczcesny preferisce tornare in Inghilterra.
LE PAROLE – Ieri intanto Monchi ha rilasciato un’intervista radiofonica in Spagna che ha svelato i capisaldi della sua filosofia. «La Roma e il Siviglia operano in modo simile – ha detto a Ondacero – non cercano il calciatore da 50 milioni. Per intendersi, non prendono Pjanic adesso che gioca nella Juve ma prima, quando è più giovane. Lo stesso è accaduto in passato con Marquinhos. Ma qui avrò un budget doppio rispetto al Siviglia quindi i programmi sono ambiziosi: basta guardare il monte ingaggi». Inevitabile la domanda sugli allenatori. Monchi conferma di «voler conquistare Spalletti con il lavoro. Voglio convincerlo a rimanere alla Roma. Se poi se ne andrà, penseremo il da farsi con la società. Emery? L’ho sentito un mese fa come amico… E con Marcelino c’è stato uno scambio di messaggi».