“Io sono garantista, chi è indagato non dovrebbe lasciare o dimettersi. Vale per Daniele (Frongia, ndr), vale per tutti”, dice mentre infila le scalette del Campidoglio, da un’entrata laterale, appena smontato dall’auto di servizio. Luca Montuori, nonostante le ac- que agitate attorno alla giunta grillina, ha la faccia tranquilla. L’altro ieri, poche ore dopo l’arresto di Marcello De Vito, è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti. La sua capo-staff, Gabriella Raggi, dirigente di lungo corso, invece è indagata, sempre per corruzione.
Motivi per essere impensieriti, insomma, ce ne sarebbero, eppure l’assessore all’Urbanistica della giunta Raggi, quello che in fin dei conti deve gestire la grana Tor di Valle, pur con «l’amarezza» per la situazione, si dice «sereno». Per sé stesso e per la tenuta dell’amministrazione pentastellata. «È ovvio che a oggi il quadro non è chiaro, dobbiamo ancora capire cosa succederà nei prossimi giorni». Si nota un po’ di mestizia per quanto successo in queste ore tormentate. Per quanto si è sco- perto, nelle carte della Procura. «Mi viene da dire solo che questa è una città che ha bisogno di spe- ranze e non di queste cose, fanno male a Roma». «Io mi sento tranquillo – aggiunge l’assessore all’Urbanistica, in carica da marzo del 2017 – Credo che alla fine, più di ogni cosa, per un amministratore pubblico parlino gli atti, non quello che si sono dette delle persone intercettate e che poi alla fine è tutto da dimostrare. Perché bisogna sempre vedere se le cose dette al telefono sono accadute sul serio». «In questi ultimi giorni ho sentito tante storie, i Mercati Generali, ad esempio». Per i pm, De Vito avrebbe fatto pressioni a favore dei Toti, in cambio di tangenti. «Ma la nostra delibera è limpida – dice Montuori – e anche sull’altra operazione di cui ho sentito parlare, l’albergo al posto dell’ex stazione di Trastevere, i nostri uffici avevano appena spedito, a febbraio, un preavviso di diniego, quindi di che stiamo parlando?». Secondo la Procura, anche per quell’affare De Vito si sarebbe mosso indebitamente, sempre in cambio di soldi dai privati. «Ma con De Vito parlavamo solo di aspetti politici, non dell’iter am- ministrativo dei progetti». Il suo collega Frongia, da ieri, è indagato. E si è autosospeso, deleghe rimesse alla sindaca. «Io sono garantista, chi è indagato non dovrebbe dimettersi», dice Montuori. E va a parlare con Raggi.