Settantotto secondi per fare meglio della foca Bruno Peres, che a un certo punto s’è messo persino a palleggiare in area tanto che pure Luciano Spalletti non ci ha visto più. Dentro il Faraone, 7-8 secondi e la Roma ha segnato il 2-1. Pareva iniziata l’autostrada, tre minuti più tardi ElSha ha pure avuto sul destro il jackpot del 3-1. E invece no: «Ma c’è poco da recriminare – ha detto lui –, almeno in questa partita. Usciamo per colpa dei quattro gol dell’andata. In campo abbiamo messo tanto impegno e aggressività, ma è andata male». Un obiettivo è volato via: «È un’eliminazione pesante, tenevamo molto a questa coppa. Ma questa Roma ha ancora energia. La squadra è forte, è dall’anno scorso che facciamo grandi partite. Dobbiamo ripartire da qui: siamo fiduciosi, sia per il campionato sia per la Coppa Italia».
NINJA DELUSO – Chissà se pure James Pallotta l’ha vista così, chiuso in albergo nel suo letto di dolore. Chissà se almeno un Olimpico vecchio stile – sì, anche senza gli ultrà – servirà da consolazione. O se questo risultato influenzerà qualche scelta futura, nonostante il d.s. Massara – in attesa dell’arrivo da Siviglia di Monchi – dica «il prossimo mercato è già tutto pianificato». «La verità è che abbiamo sprecato troppo – ha commentato Radja Nainggolan –, avremmo potuto fare il 3-1, abbiamo dato tutto e alla fine abbiamo pagato il quarto gol subito a Lione. Abbiamo dimostrato di essere una squadra forte, mentalmente abbiamo fatto una grande prestazione, davvero ci è mancato solo il gol per qualificarsi. E per questo l’eliminazione fa ancora più male». Forse, però, c’è dell’altro: Porto, Juventus, Napoli, Lione, la Roma sembra steccare spesso nelle gare decisive. «Ma ora è difficile parlare dei risultati, c’è grande rammarico – ancora il belga –. Forse in qualche occasione potremmo gestire meglio le partite». E un rammarico non può essere l’assenza del tifo: «Ma non è mai una scusa, in casa le abbiamo vinte tutte tranne una. Però la spinta l’abbiamo sentita, eccome». Ma non è bastata.