Non sono bastate petizioni online e il sit in dei tifosi del Belgio sotto la sede della Federcalcio per chiedere l’esonero di Martinez. La mancata convocazione per il mondiale in Russia (nonostante il Belgio lo avesse anche scelto come testimonial) non è andata giù a Nainggolan, a rischio contraccolpo psicologico. In una lunga intervista in Belgio a hln.be, il Ninja si sfoga: «Io sono così, non indosso maschere, non posso farci niente. Sono stanco di essere sempre dipinto come un cattivo ragazzo. Il calcio è ancora un hobby per me. Va bene, adesso è diventato il mio lavoro, ma voglio essere giudicato per le mie prestazioni, non per quello che faccio fuori dal campo. Dovremmo parlare in altro modo di Maradona per questo motivo? Ognuno è libero di fare ciò che vuole se in campo gioca bene. Pensate che tutti i calciatori siano bravi ragazzi? Non me ne vergogno».
La sua carriera in nazionale è finita dopo il confronto avuto domenica con Martinez a Fiumicino: «Andare al Mondiale era un mio sogno da bambino e ora mi è stato portato via. Pensavo che volesse parlarmi faccia a faccia per essere sicuro che mi comportassi bene. Ora sono triste, sono arrivato in semifinale di Champions con la Roma. Non posso fare più di così. Ha iniziato a dire che sono un top player. Se fossi un allenatore di club, costruirei una squadra su di te, ha detto. Ma in nazionale non è possibile. Non ho abbastanza tempo per farlo. Ha anche detto che sono un calciatore troppo importante per partecipare al Mondiale come ventesimo della squadra».