Al netto delle rassicurazioni attuali, volte a non concedere alibi al gruppo («La squadra non è stanca», ha ripetuto Spalletti sabato), Lucio aveva previsto tutto con largo anticipo. Tra il 14 e il 17 gennaio, il tecnico si lasciò andare ad un vero e proprio appello: «Quando giocheremo 11 partite in 40 giorni avremo sicuramente dei problemi, perché i calciatori non potranno giocare al massimo, visto che non tutti ce la faranno a recuperare.
L’annuncio però non è AAA cercasi apprendista. Serve gente pronta, magari che già giochi nel nostro campionato». Parole rimaste inascoltate. L’unico arrivo è stato quello di Grenier, talento indiscusso ma che negli ultimi tre anni ha giocato in Ligue 1 appena 1403 minuti. Non poteva quindi essere lui quello pronto e infatti sinora ha racimolato 1 minuto.
IL GRUPPO – Spalletti i conti se li era fatti. E sapeva che al 5 marzo, almeno 6 calciatori della rosa avrebbero già disputato circa 3000 minuti in stagione, l’equivalente di 33-34 gare. Senza contare poi gli impegni con le nazionali che fanno lievitare ulteriormente il minutaggio. Edin (che con la Bosnia è sceso in campo 340 minuti) e Nainggolan, soltanto con la maglia della Roma sono già arrivati rispettivamente a 3041 e 3075 minuti disputati. Sono seguiti da altri quattro compagni di squadra: Bruno Peres (2932), Fazio (2807), Strootman (2728, che ha nelle gambe anche 259 minuti con l’Olanda) e Manolas (2703 ai quali vanno aggiunti anche i 270 minuti con la nazionale).
Il paragone con le altre squadre lascia stupiti. Higuain, uno dei due più impiegati nella Juventus, è sceso in campo per 2673 minuti, 368 in meno di Dzeko (l’equivalente di 4 partite). Khedira per 2525 minuti, 550 in meno di Nainggolan (6,1 gare). Bonucci per 2186, 621 in meno di Fazio (7 gare). Ma non finisce qui. Sarri, criticato da De Laurentiis per il poco turnover, ha in Hamsik, dopo Callejon, il calciatore più impiegato nella rosa. Eppure lo slovacco ha giocato due gare in meno di Radja (2893 minuti). È poi nel numero complessivo che il divario aumenta. La Roma ha sei calciatori che ruotano attorno a quota 3000 minuti. Il Napoli tre (Callejon, Hamsik e Insigne). La Juventus, due (Higuain e Khedira). Senza considerare Salah che merita un capitolo a parte, considerando oltre alla fatica profusa quanto può avergli tolto in brillantezza l’aver disputato la coppa d’Africa. Gervinho e Doumbia insegnano. O avrebbero dovuto insegnare.