La Roma tiene in vita il campionato, che la Juventus dovrà sudarsi ancora un po’. L’Inter si blocca davanti ai limiti suoi e di Pioli, che ha vinto tanto ma perso contro Roma, Napoli e Juve. È questa la sintesi di una partita a volte imperfetta ma sempre combattuta, in cui Spalletti non sbaglia una mossa, giocando come il gatto con il topo, dentro un sistema di gioco che funziona in casa e in trasferta. Non è soltanto una vittoria della qualità, ma anche della capacità di gestire le pressioni nella serata più difficile, quella in cui sai già cosa hanno fatto le rivali. La variabile è la sconfitta del Napoli, sabato, contro l’Atalanta. È un risultato che l’Inter vede come la possibilità di salire a meno 3 dal terzo posto, cioè il preliminare di Champions League; per i giallorossi sembrerebbe buono anche un pareggio, in ottica secondo posto.
Il foglietto delle formazioni dà un’immagine falsa. Spalletti perde Emerson Palmieri (affaticamento muscolare) ma non separa il trio dei centrali, anche se Ruediger va a destra e Manolas a sinistra attorno alla roccia Fazio. È Juan Jesus il sostituto e, avendo caratteristiche più difensive, si potrebbe pensare a un catenaccio. La bravura di tutta la Roma, invece, appena conquistata palla, è aprirsi a fisarmonica e attaccare con cinque/sei elementi. Il dinamismo è lo schema. L’Inter conferma il 3-4-2-1, anche se Miranda è squalificato e dei tre difensori l’unico marcatore vero è Murillo, con Medel e D’Ambrosio. Pioli vorrebbe marcare la superiorità sulle fasce con Candreva e Perisic, mettendo Brozovic e Joao Mario dietro a Icardi, che ritorna dalla doppia squalifica.
Apparentemente ci sono in campo una squadra con tanti difensori e una con tanti attaccanti, ma è la Roma ad avere l’approccio migliore e il controllo del gioco. I giallorossi pressano alto e Strootman è una calamita nel recuperare palloni. Nell’Inter, invece, non si capisce la posizione di Brozovic, troppo alta, che costringe Perisic e Candreva a un lavoro a tutta fascia, perdendo incisività.Al 12’ la gara riceve la prima scossa: Dzeko difende palla e la allarga a Nainggolan; il belga prende il tempo a Gagliardini, che non ha il suo passo, e scarica un fantastico destro a giro, dal limite dell’area, che Handanovic può soltanto guardare. La partita resta viva per la voglia che l’Inter ci mette dentro, ma la differenza di valori è netta. Pioli non capisce l’errore e nella ripresa lo replica: fuori Brozovic e dentro Eder, affastellando attaccanti. Nainggolan si libera ancora una volta di Gagliardini (che protesta per il contatto), avanza indisturbato per 40 metri e piazza un’altra botta da fuori area che sorprende Handanovic. Nono gol in campionato per il belga, salito a livelli mostruosi.
L’Inter ha il merito di non arrendersi e trova il gol con Icardi, ma è costretta a lasciare praterie. Medel ferma Dzeko con un netto fallo da rigore e Perotti (7 rigori segnati su 7) chiude la gara, lascia la Roma a -7 dalla Juve ma la spinge a +5 sul Napoli e +11 sull’Inter. Finisce tra i fischi del pubblico a Tagliavento, che non ha visto un rigore di Strootman su Eder in mischia, ma anche con la convinzione che le polemiche di Pioli alla vigilia abbiano fatto più male ai nerazzurri che agli avversari.