«Totti è un giovincello, può giocare ancora molti anni». Parole e musica di Hidetoshi Nakata che oggi fa il designer di gioielli e il produttore di sakè. «Non mi è capitato più di sentire Francesco, non ho il telefono di nessuno. Poi sta ancora giocando, magari quando smette viene a giocare qualche gara di beneficenza e ci incontriamo. Sono contento di sentire che fa ancora gol. Quando dovrebbe smettere? Nessuno può dirlo. In Giappone abbiamo Miura che a quasi 50 anni ancora gioca e segna anche. Rispetto a lui Totti è un giovincello». Nakata, che nel 2001 a Roma ha vinto lo scudetto (chi dimentica il suo ingresso con gol contro la Juve?), ha smesso invece a 29 anni.
«Rimpianti ce ne sono. Quando ci penso vorrei aver giocato di più, ma un giorno devi smettere. Presto o tardi che sia. Il calcio non era uno sport: era anche la mia famiglia, ma stava diventando troppo grande a livello di business e c’erano tante persone intorno per soldi e anche giocatori che invece di collaborare con la squadra per il bene del calcio pensavano solo ai soldi. Dopo aver smesso ho prima viaggiato quattro anni per il mondo, poi sono tornato in Giappone e l’ho visitato da nord a sud con una macchina toccando 47 città in 7 anni».