Lo stadio della Roma deve essere costruito. Chi ha nel cuore i colori giallorossi deve essere sempre concentrato su questo obiettivo, che consentirebbe alla Maggica di avvicinarsi al Gotha del calcio europeo, aumentando a dismisura il proprio fatturato e, di conseguenza, la possibilità di competere ad un livello ancora più alto. Ammesso, naturalmente, che questo calcio abbia un futuro. In molti pensavano che, superati i marosi di Calciopoli, si potesse acquisire una normalità di comportamenti, sconosciuta dalle parti di via Allegri. Invece, tutto è cambiato, perché nulla cambiasse. Come verrebbe giudicato un abbraccio tra il primo presidente della Suprema Corte di Cassazione, in funzione di presidente dello spoglio elettorale, con uno dei leader politici? Darebbe garanzia di applicazione serena del diritto? In quale paese del mondo, un Giudice potrebbe ignorare, applicando esimenti inesistenti, odiosi cori di stampo razzista e dopo pochi giorni sanzionare, pesantemente, beceri cori di discriminazione territoriale? La certezza del diritto è garanzia di funzionamento di qualsiasi sistema.
Qualcuno può dire che nel calcio la giustizia venga applicata per tutti allo stesso modo, che si parli di provvedimenti, di arbitraggi, di barriere o di filtraggi e prefiltraggi? Dedichiamoci al successo di Palermo, almeno non si sconvolgono le transaminasi. Test poco attendibile, dopo le tre sconfitte in rapida successione, stante la debolezza dell’avversario. Dispiace che un pubblico così appassionato, partecipe e sportivo come quello palermitano sia destinato ad assistere a prestazioni tanto mediocri dei propri beniamini, abituati come erano ad ammirare Pastore, Cavani, Dybala e Vasquez. Per loro fortuna, almeno, Zamparini si è dimesso. Un breve inciso. Ritengo che un Presidente abbia titolo per parlare della propria squadra, ma sarebbe opportuno farlo nelle segrete stanze, al fine di non alimentare polemiche delle quali non si avverte alcun bisogno. Vero dottor Pallotta? P.S. Non c’è necessità di essere saggi per affermare una verità storica. La prima volta che la squadra della provincia disputò il campionato cadetto risale all’edizione 1926-27, che all’epoca si chiamava torneo di Prima Divisione. I loro anni di serie B sono 12. È certo.