Più che un ultimatum, quello che la Lega Calcio ha inviato a Mediapro dopo quattro ore di assemblea è stato il più classico dei penultimatum. I presidenti di Serie A hanno infatti deciso ieri di concedere agli spagnoli l’ennesima proroga, altri 15 giorni di tempo per presentare la fideiussione da un miliardo e trecento milioni che avrebbero già dovuto presentare un mese e mezzo fa. Ma se alla scadenza del termine non lo avranno fatto, non succederà niente. Ci sarà un’altra assemblea che deciderà il da farsi. E così, in attesa di sapere, forse già oggi, cosa deciderà il tribunale di Milano sul ricorso di Sky, la saga dei diritti tv dei prossimi tre anni di Serie A, registra un altro passaggio a vuoto. Buono solamente a drammatizzare la spaccatura interna alla Lega tra quanti non si fidano degli spagnoli puntando a un rientro di Sky; e quanti, forti del contratto da 1.051 milioni già firmato, vogliono assecondare Mediapro, disposti a gettarsi nell’avventura di Lega Channel (il vero sogno di Roures & Co.) La discussione è stata piuttosto accesa. Da una parte, Juventus, Roma, Sassuolo e Napoli, in piena sintonia con Giovanni Malagò e Gaetano Micciché ( quest’ultimo autore di uno straordinario lapsus: « Mediafront » , inedita crasi tra Mediapro e Infront). Dall’altra, il trio Cairo, Lotito, Fassone (sostenuti dai presidenti di quello che un tempo si sarebbe detto il “ blocco Infront”). I primi chiedevano che al termine dei 15 giorni decadesse in automatico il contratto con Mediapro (in funzione dell’avvio di una trattativa privata con Sky). I secondi intenzionati «a difendere con i denti» ( copyright Cairo) il contratto con Mediapro. Alla fine si è deciso di sollecitare la presentazione della fideiussione ma «senza legarsi le mani». Se ne riparlerà dunque all’assemblea del 22 maggio. Il problema è che quel giorno la Lega discuterà su un altro tema da guerra nucleare: quello della governance. Micciché, abbastanza spazientito dopo l’intervento di Lotito ( «qui i soldi li mettiamo noi», ha urlato il presidente della Lazio al clou del suo intervento), ha spiegato che presenterà una sua proposta per la scelta dell’a. d. ( Marzio Perrelli) e che si aspetta un appoggio diffuso. I presidenti però non ne vogliono sapere e spingono per una candidatura alternativa (Paolo Dal Pino). E quando Lotito ha chiesto 15 minuti di pausa per una riunione parallela, Micciché ha detto di no e se ne è andato contrariato. Ecco, questo è il clima in cui il 22 si deciderà come reagire all’eventuale mancata presentazione delle garanzie di Mediapro. Detto in altri termini, potrebbe tutto tradursi in un’ulteriore perdita di tempo, che poi – secondo i maliziosi – sarebbe proprio quello che vogliono gli spagnoli: portare la Serie A il più avanti possibile, a ridosso delle scadenze finanziarie e del calciomercato. Per poi tentare il blitz sul canale.
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