La viabilità “strozzata”, con una sola via (l’Ostiense) d’accesso e di uscita. Il vincolo della soprintendenza sull’Ippodromo progettato da Julio Lafuente. Il Ponte dei Congressi, infrastruttura fondamentale per decongestionare l’area, escluso dalla delibera eppure indispensabile dopo la “cancellazione” del ponte di Traiano. I nodi da sciogliere attorno allo Stadio della Roma sono ancora tanti quando mancano appena tre giorni alla dead line che il Movimento 5 Stelle ha segnato sul calendario per far licenziare dall’Aula un atto atteso da un anno. Un’accelerazione che sta provocando uno scossone interno ai 5 Stelle tra gruppo consiliare, Municipi e base. Il tavolo urbanistica del M5S, vera e propria spina nel fianco dell’amministrazione grillina, ieri ha messo nero su bianco alcune criticità tecniche che, sommate alle altre segnalate anche dalle opposizioni, rendono il provvedimento sullo stadio suscettibile di esposti, impugnazioni e ricorsi al tribunale amministrativo e alla Corte dei conti. Un percorso a ostacoli che la maggioranza intende spianare con un voto dell’assemblea che però potrebbe non chiudere la partita. Anzi. Perché proprio il tavolo urbanistica ha “in canna” un esposto alla Corte dei conti su un aspetto non secondario.
Secondo Francesco Sanvitto, architetto e animatore del “tavolo” (un 5 Stelle doc: in un locale di sua proprietà Virginia Raggi stabilì un anno fa il suo quartier generale pre-elettorale), «la delibera stabilisce che il proponente può utilizzare i soldi pubblici degli oneri dovuti per la Bucalossi (dal nome della legge che istituisce una serie di oneri concessori, ndr) non solo per realizzare le opere di urbanizzazione a scomputo ma anche per comprare le aree di proprietà degli Armellini su cui sorgeranno le opere di viabilità e che invece avrebbe dovuto cedere gratuitamente all’amministrazione». Soldi pubblici usati dal privato per “espropriare” dei terreni: starebbe qui il danno erariale evidenziato da Sanvitto. Per l’architetto 5 Stelle, poi, c’è un altro problema legato al valore del metro cubo che sarebbe stato sottostimato, favorendo così il proponente. A queste criticità si sommano poi le altre, quelle legate alle opere pubbliche che hanno subito un taglio di 150 milioni di euro. L’effetto sulla viabilità potrebbe essere dirompente. Due giorni fa, durante la riunione delle commissioni urbanistica e mobilità, il Pd segnalava come «difficilmente la Prefettura può soprassedere al fatto che per raggiungere e abbandonare lo stadio esiste un’unica via, l’Ostiense/via del Mare». Un rilievo che potrebbe arrivare in sede di conferenza dei servizi. E mentre il consiglio comunale da domani andrà avanti a tappe forzate per un’approvazione in tre giorni, su tutto il disegno pende il pronunciamento della conferenza regionale dei soprintendenti che deve decidere se confermare il vincolo sulle tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle. La partita del nuovo Stadio, insomma, è ancora aperta a ogni scenario.