In ballo il sesto Mondiale di Buffon, il quarto di De Rossi, il terzo della BBC, Barzagli, Bonucci e Chiellini, ma anche la panchina di Gian Piero Ventura e volendoci spingere in fondo al pozzo nero della paura anche il futuro di Carlo Tavecchio e dell’intera Federazione. Tutto in una notte gelida e piena di spine, dentro San Siro che speriamo caldissimo. Non è più il tempo delle parole. Se l’Italia ha qualcosa dentro è l’ora di tirarlo fuori, più forte dei veleni e delle tensioni, anche della Svezia che ci ha sorpresi e battuti tre giorni fa a Solna, stravolgendo le prospettive di questi ultimi novanta minuti di passione: «Non so come giocheranno loro, noi di sicuro a calcio», la frecciatina del c.t. agli svedesi. Fuori il cielo è cupo come l’umore degli azzurri e la nebbiolina rende ancora più tetra la vigilia dello spareggio. C’è un clima strano, un po’ come a un Mondiale o a un Europeo davanti a una partita senza domani. Solo che stavolta al Mondiale non ci siamo ancora arrivati e la strada è in salita. Ma cosa conta stasera? «La testa, il cuore, la tattica», dice Ventura. Buffon, che in questi giorni di passione si è speso moltissimo, non cerca scuse: «Dipenderà da noi. Scivolare nella mediocrità è un attimo. Per restare al vertice bisogna combattere ogni giorno. Spero che lo stadio ci aiuti, uno spirito critico in partenza sarebbe malefico».
La lunga vigilia umida e fredda è un cocktail di parole e emozioni, di sensazioni e stati d’animo, una specie di agonia in attesa di un sussulto di vita. Ventura si avvita nella pretattica, sino adesso fonte solo di guai, ma alla fine di molte riflessioni è orientato a non cambiare sistema di gioco (3-5-2) e solo tre interpreti: fuori Verratti (squalificato), De Rossi e Belotti, dentro Florenzi, Jorginho e Gabbiadini. Barzagli ha dato la sua disponibilità a giocare la seconda partita in tre giorni e allora il c.t. insiste con la BBC (Bonucci giocherà con la maschera protettiva). La grande sorpresa è l’italo brasiliano timido, 24 minuti con Conte e che Ventura non aveva mai chiamato. Adesso, dietro molte insistenze, anche del suo staff, lo lancia titolare nella gara della vita e può sembrare un controsenso. «Ascolto i consigli di tutti ma decido io e poi si vedrà».
Così, a fianco di Immobile, ecco Gabbiadini, altra sorpresa, perché Belotti è giù e Eder è buono a gara in corso. Il Grande Bocciato è Lorenzo Insigne, uno dei più in forma della serie A e fuori per la seconda di fila. Il napoletano è entrato male a Solna e Ventura preferisce usarlo come grimaldello se non riuscisse a sbloccare lo 0-0. Pronta, infatti, anche la tattica della disperazione: dentro uno tra Belotti e Eder più Insigne per trasformare il 3-5-2 in 4-2-4. In preallarme anche Bernardeschi. Schemi e tattica, ma l’anima conta di più. Non resta che aspettarsi un’Italia che faccia l’Italia: più pressing, più ritmo, più intensità. Bisogna fare due gol e non prenderne neanche uno. Tutti ci vogliono al Mondiale, anche la Fifa tifa un po’ per noi, con la Svezia rischia di perdere un centinaio di milioni. Ma il business è un conto e la legge del campo un’altra. «Non dobbiamo scivolare nella mediocrità», avverte Buffon.Ventura è sicuro che non succederà. Ma non è sereno. «Andiamo al Mondiale, poi qualche riflessione andrà fatta. Sino adesso c’è stato un po’ di accanimento nei miei confronti».