Diciamolo subito: non crediamo che l’ondata d’insoddisfazione che social e radio romane hanno riservato all’arrivo di Jonathan Silva, – 23 anni, terzino sinistro argentino (con passaporto italiano) proveniente dallo Sporting Lisbona e fermo da novembre per una operazione al collaterale del ginocchio – e alle lucide spiegazioni del d.s. Baldissoni sulla situazione economica della Roma, rappresentino necessariamente lo specchio della realtà del tifo. Di certo, però, l’intersezione tra crisi di risultati e mercato ha suscitato tanti malumori. E se il nome del difensore Blind aveva suscitato consensi, prima dello stop perché il club inglese non ha accettato il prestito senza obbligo di riscatto, quello di Silva – non impiegabile in Champions – ha destato perplessità. La formula dell’arrivo è quella di un milione per il prestito e 5 per il riscatto, obbligatorio al 10° cap. Il 20% resta allo Sporting per futura rivendita. L’argentino, comunque, vanta 2 presenze nella Nazionale e con lo Sporting ha vinto in Portogallo una Coppa nazionale, una Coppa di Lega e una Supercoppa. Smentite trattative per Manolas all’Arsenal, mentre Moreno va alla Real Sociedad per 5 milioni.
BALDISSONI – Sponsor ok Il palcoscenico, però, è stato più appannaggio di Baldissoni, che a «Tutti Convocati» (Radio 24), ha spiegato: «La Roma non ha bisogno di soldi, c’è una proprietà solida che negli ultimi 15 mesi la proprietà ha messo 98 milioni. Le cessioni fatte non hanno mai intaccato la competitività. Il Fair Play Finanziario implica delle restrizioni: una società deve sempre raggiungere il pareggio.Nel FFP abbiamo sforato uno dei 4 parametri, ma l’Uefa dovrà considerare l’impegno». Sul momento poi spiega: «Prestazioni e risultati non sono all’altezza delle aspettative. Capiamo la frustrazione dei tifosi». La buona notizia è sul main sponsor: «Siamo molto vicini». e si fa il nome di Turkish Airlines. Hanno però fatto scalpore le dichiarazioni di Fiorentino, a.d. di Carige ma nel 2011 Ceo di Unicredit e regista della cessione della Roma a Pallotta. Sette anni fa diceva: «Ci sono tutte le garanzie sullo sviluppo del progetto. Si fa marketing su un oggetto che vince, nessuno si appassiona a team perdenti». Ieri invece ha dichiarato: «Si possono vendere i gioielli di famiglia, però il momento è controintuitivo da un punto di vista sportivo e ambientale», aggiungendo come non si vada verso «la costruzione di una grande Roma». Autocritica o troppo pessimismo?