«Il calcio italiano ha un problema di razzismo». Steven Nzonzi si schiera al fianco di Koulibaly e accusa il nostro Paese dopo i fattacci di Inter-Napoli che hanno portato alla squalifica di San Siro e a un’ondata di indignazione visti i ripetuti buu indirizzati al difensore del Napoli. Una deriva culturale che non è passata inosservata al gigante francese di origini congolesi e fresco campione del Mondo. Nzonzi ha risposto attraverso il social network Reddit alle domande dei tifosi.
E non si è risparmiato nonostante sia in Italia solo da 5 mesi: «Non avrebbero dovuto punire Koulibaly. Ti devi mettere nei panni del giocatore. Nessuno può dire come avrebbe reagito finché non gli capita. Uscire dal campo quando accadono certe cose può essere un modo di agire in futuro, sicuramente. Bisogna reagire con durezza, serve essere saldi, perché altrimenti non cambierà niente. Avere una reazione del genere li farebbe riflettere due volte sulle loro azioni. Lasciare il campo potrebbe essere uno degli approcci in futuro».
Parole arrivate dopo il video di Koulibaly sul canale Facebook del Napoli: «A San Siro (dove tornerà domani sera per sfidare il Milan, ndr) sono successe cose brutte, ma il sostegno che ho avuto non lo dimenticherò mai. Siamo tutti uguali, me lo hanno insegnato da piccolo. Tocca a noi fare un passo avanti per combattere le discriminazioni. Possiamo farcela. In Francia non ho mai avuto problemi di questo tipo. Sono cresciuto con amici turchi, senegalesi, arabi. Eravamo tutti misti, ma non ci sono mai stati problemi. In Italia, invece, c’è razzismo pure nei confronti dei napoletani», le parole del difensore azzurro.
Nzonzi, che domenica tornerà tra i titolari dopo due settimane di stop dovute alla lussazione a un dito del piede, ha parlato anche del suo impatto tecnico con il calcio italiano: «Serve tempo per capire dove stare, quando passare la palla e cosa succede dietro di te. Non è diverso in Italia ma ogni tecnico ha un modo diverso di giocare». Meno belli, invece, i campi italiani: «Serie A e Premier sono campionati molto diversi, il calcio inglese è più fisico e offensivo. Ma questo forse dipende anche dalle condizioni dei campi. La cosa più difficile per me? Probabilmente la tattica, il posizionamento». Roma, ha aggiunto, gli ricorda Parigi. «La struttura del club è ottima e i tifosi sono incredibili».