Si spari ad altezza uomo sull’ambulanza Roma. Sarà l’esercizio generalizzato dei prossimi giorni. È stato fatto in tempi migliori, figuratevi adesso nel momento più basso degli ultimi cinque anni. Non perché questa Roma, questa società, questi giocatori, non meritino di essere messi sul banco degli imputati. Lo meritano eccome, per una serie di errori in campo e fuori che hanno portato al fallimento di questa stagione, ancora più fallimento ripensando che appena dodici mesi fa, da queste parti, si festeggiava una semifinale europea nella coppa più coppa che c’è. Ma noi non abbiamo intenzione di partecipare a questo tiro al piccione. Non perché non siamo incazzati, delusi, preoccupati, per quello che la Roma non ci ha fatto vedere in questa stagione. Lo siamo e pure parecchio.
Anche noi vorremo sapere, prima o dopo, meglio prima, come e quanto questo gruppo di giocatori si è allenato, ha sudato, ha corso, se non altro per dare una risposta, al di là del fattore infortuni che sono stati una vagonata e pure su questi qualche risposta bisognerà trovarla, perché la Roma che vediamo in campo arriva sempre seconda sul pallone, non vince un contrasto, non ha cambi di velocità, non riesce mai a dare il senso di una squadra con un pizzico d’identità e riconoscibilità, non ci ha mai fatto dire una volta ma che bella partita hanno giocato. (…)
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