A piccoli passi, aspettando l’allungo. Il cda della Roma approva oggi il bilancio d’esercizio chiuso allo scorso 30 giugno, con un risultato economico consolidato in negativo per 42.6 milioni di euro da sottoporre poi all’assemblea dei soci il 26 ottobre, quando sarà dato il via anche all’aumento di capitale fino a un massimo di 120 milioni. La nuova picchiata verso il basso è dovuta soprattutto alla mancata partecipazione alla Champions nella passata stagione, che ha fatto scendere i ricavi di nuovo sotto la soglia dei 200 milioni. Impietoso il confronto con il fatturato record della Juventus – 562 milioni comprese le plusvalenze – e per accorciare la distanza non bastano ( e non aiutano tecnicamente) le cessioni sul mercato.
In attesa della costruzione dello stadio a Tor di Valle si sta provando a metter mano alle entrate da sponsor e collaborazioni varie. Dopo il rinnovo fino al 2019 dell’accordo con il gruppo San Raffaele, il nuovo staff commerciale guidato da Luca Danovaro ieri ha annunciato l’intesa già attiva da inizio stagione con la casa di moda tedesca Hugo Boss, che in qualità di “fashion partner” vestirà la squadra giallorossa per due anni dopo i quattro a firma Philipp Plein. Una mossa che rientra in un restyling del club, che presto conta di accogliere nuovi sponsor. Da ormai cinque stagioni manca il “main”, quello da stampare sulle maglie della prima squadra e Pallotta sta continuando a sondare il terreno in tutti i mercati.
Per intuire il profilo dell’azienda a cui la Roma vorrebbe legarsi, vale la pena raccontare un retroscena risalente all’estate del 2016. In occasione dell’amichevole giocata con il Liverpool a Saint Louis nel Missouri, Pallotta ha incontrato i vertici di Enterprise, una delle maggiori società di autonoleggio al mondo: il presidente ha offerto alla società che fa base proprio a Saint Louis un contratto da main sponsorship ma ha trovato la strada sbarrata. La Roma ora chiede 12-13 milioni all’anno e sta proseguendo la ricerca. Si attendono risultati concreti.