Jim Pallotta non ci crede, è arrabbiato nero. «Forse è uno scherzo, una disgrazia». Del resto, lo spettacolo visto nel finale è «imbarazzante» specie per lui. Che tra un sms e l’altro, mastica amaro per l’ennesima volta. Ma non vede ancora il capolinea, anche se la squadra va male e lo stadio è sospeso. La voglia del patron di mollare c’è e nemmeno la nega del tutto, ma forse è solo figlia del momentaccio. Tutto rimandato, dunque, sperando che non ricapiti di osservare altri spettacoli osceni. Intanto Pallotta “delega” Monchi: lui dovrà decidere le sorti del tecnico. Il ritiro come soluzione? Per ora no, dicono dalla società.
ABBATTUTO – Di Francesco sembra quasi rassegnato, sente addosso le pressioni e in questo momento non ha nemmeno la squadra intera per risalire la classifica. Alla minima disavventura, il gruppo crolla. Un disastro. Una parte di rabbia è sfogata sui giocatori. «Ci sono ancora tante partite da giocare ma ce te occasioni perse lasciano il segno. A caldo posso dirne tante, ma cerco di parlare alla squadra il meno possibile», sussurra Eusebio. E chissà che segni lascerà in lui questa sconfitta: la Roma ora ha la trasferta a Plzen e la sfida con il Genoa, appena fresco di Prandelli. Ultima chance? Chissà. I dirigenti vorrebbero evitare esoneri traumatici, ma davanti ad altri passi falsi, è dura non prendere certe decisioni estreme. Vedremo.
Alla Sardegna Arena c’è un popolo che festeggia, quello sardo e c’è chi piange, quello giallorosso, con Florenzi in testa. Di Francesco se la prende con la squadra, che non ha saputo imporre la propria esperienza. «Mi arrabbio quando vedo le scelte sbagliate di giocatori che hanno desiderio di fare gol e non passano la palla. Non parliamo di tattica, c’erano calciatori di esperienza in campo e non si possono prendere gol così. I cambi sbagliati? Ho modificato anche qualcosa perché ho visto che non eravamo lucidi e non tenevamo più palla. Abbiamo cambiato anche marcando a uomo sui calci piazzati ma se non c’è l’attenzione giusta prendi gol». Sotto accusa le sostituzioni e quindi lui che le ha pensate. E’ vero che le sostituzioni erano limitate, ma quelle fatte hanno dato una svolta psicologica in negativo. DiFra si difende. «Avevo difensori e ragazzini in panchina. A volte nelle gare l’allenatore risulta relativo, questo è accaduto. Ma mi prendo le mie responsabilità. È una partita assurda perché non si può prendere gol in undici contro nove». Eh no. Ma perché accade? Perché la Roma si spegne davanti a squadre “piccole” come Spal, Bologna, Udinese, Chievo e, appunto, Cagliari? «Problemi caratteriali generali ci sono stati, la squadra in alcune situazioni si mostra timorosa. Facciamo fatica a cercare di addormentare le partite anche. De Rossi è fuori da 40 giorni, lui è il nostro leader e a volte comunicare con uno come lui aiuta. Dal 70’ in poi siamo stati fragili». Si comincia a pensare che sia una fragilità fatale.