Abbiamo scoperto chi è il rigorista della Roma. Ci sono volute 14 giornate di campionato e 5 di Champions League, c’è voluto soprattutto il primo penalty dopo 294 giorni: i giallorossi non si presentavano sul dischetto dall’11 febbraio scorso,
quando Defrel firmava il 5-2 col Benevento. Ieri poco dopo le 22 all’Olimpico accadeva quello che tutti aspettavano da tempo, Under raccoglie il pallone da terra, ma dall’altra parte del campo sta arrivando Kolarov, uno a cui le responsabilità piacciono parecchio e pure se non segnava un rigore in Serie A dal gennaio 2010, in maglia Lazio, non si è certo dimenticato come si fa. Palla all’angolino, semplicemente perfetta. E via le paure. Gli
uomini veri vengono fuori in questi momenti, la Roma stava perdendo la settima partita della stagione, ma sul 2-1 per l’Inter ecco l’occasione della svolta, al minuto 72’ la Var vede il gomito di Brozovic che volontariamente va ad intercettare il pallone e richiama Rocchi, a cui basta rivedere poche immagini per assegnare, finalmente, un penalty alla squadra di Di
Francesco. Che poi ne avrebbe meritati due, a dirla tutta. Perché nel primo tempo Zaniolo è andato giù in area colpito da D’Ambrosio, si è lasciato un po’ cadere ma il contatto era netto. Eppure non è stato degnato nemmeno di una revisione, l’arbitro ha lasciato andare e Fabbri
davanti alla tv ha confermato col suo check. Sbagliato. Il più arrabbiato di tutti era Pallotta davanti allo schermo: «Non fare quella chiamata è stata una disgrazia, era ovvia. E l’Inter non avrebbe segnato. La Var è stata fatta apposta per questo, è stata una farsa completa, l’arbitro si dovrebbe vergognare». Era lo stesso, tra l’altro, di Juve-Roma 3-2 che nell’ottobre 2014 fece gridare allo scandalo. Allora come oggi è Totti parlare, la novità è che prende una posizione forte da dirigente e per la prima volta è lui a presentarsi ai microfoni dopo la gara, mentre Di Francesco resta in silenzio: «Mi chiedo come al Var non abbiano Visto una cosa che allo stadio hanno visto tutti: è una vergogna. Perché non chiamate loro per avere spiegazioni? Rocchi può aver sbagliato, ma quelli del VAR saranno 4-5. Forse Fabbri stava vedendo un’altra partita (ride, ndc). Così non si può andare avanti. Facciamo riunioni a Coverciano, a Milano, dappertutto e poi vediamo questi episodi… Noi non stiamo cercando alibi ma sicuramente cambia la partita qui, potevamo andare in vantaggio e invece sull’azione successiva prendiamo gol e poi è difficile rimontare contro una squadra forte. Possono cambiare i campionati così». I tifosi romanisti all’intervallo hanno rivisto l’accaduto sul web e hanno riservato al direttore di gara e ai suoi assistenti, i primi a risalire dagli spogliatoi, un’accoglienza rumorosissima: fischi e «buffone» per Rocchi. Sembrava un’altra gara destinata a lasciare l’amaro in bocca, già il palo di Florenzi sulla bellissima azione di Schick aveva riportato alla memoria il Roma-Inter dell’anno scorso, caratterizzato dalla sfortuna. Legni e rigori negati (in quel caso il contatto Perotti e Skriniar non visto da Irrati e non corretto dal Var Orsato), la storia sembrava la stessa. Fino al 2-2 di Kolarov, segnale di rottura. Liberazione.
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