Che cosa c’è di sorprendente nel notare come tra la percezione e la realtà ci sia una forbice a volte assai larga? Probabilmente nulla. Accade nella vita di tutti i giorni (pensate agli imbonimenti della politica), ed il calcio naturalmente non fa eccezione. Addirittura, la filosofia ha teorizzato 4 fasi di passaggio in questo tipo di processo cognitivo (percezione, appercezione, conoscenza, presa di coscienza) che a Roma,
evidentemente, in questo momento non va di moda.Già, perché proprio quest’anno in cui si ricorda l’inizio della presidenza di Dino Viola (16 maggio 1979), si scopre che negli ultimi 40 anni, appunto, il presidente giallorosso con la media punti più alta è James Pallotta. Sì, esattamente quello vituperato dagli ultrà e che obiettivamente, anche per la sua lontananza geografica da Roma, non scalda il cuore della maggior parte dei tifosi.
VINCENTE Eppure da quando è al vertice del club (27 agosto 2012) è dell’imprenditore statunitense la media punti più alta fatta registrare in campionato dalla Roma. Media niente affatto banale – 1,98 – frutto di 491 punti conquistati in 247 gare di Serie A. Immaginiamo già le litanie degli «anti»: «Non ha vinto niente». Vero, però per due volte la «sua»Roma ha battuto il record di punti conquistati dal club giallorosso (prima 85 con Rudi Garcia, poi 87 con Luciano Spalletti), tant’è che, senza una super Juve perfettamente inserita nelle dinamiche del calcio del Terzo Millennio, le cose sarebbero potute andare diversamente. Così come nell’ultima semifinale di Champions League contro il Liverpool. Chissà che con un altro arbitraggio…».
PADRE E FIGLIA Ma siccome la storia tende a ripetersi, tanti tifosi della Roma non furono teneri neppure con Franco e Rosella Sensi, accusati di fare «bla bla bla», cioè di parlare a vuoto. Detto che Rosella da presidente è seconda con 1,81 punti a partita e Franco terzo con 1,72, il bilancio familiare complessivo di uno scudetto, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane non è affatto da chiacchiere, bensì da azioni concrete.
VIOLA E LE COPPE Insomma, la retorica dei buoni sentimenti spesso vale solo dopo che i presidenti se ne sono andati. Persino il tuttora (giustamente) santificato Viola (1,65 punti di media, riparametrati coi criteri attuali) non è stato esente da critiche feroci, anche se ha portato in dote, insieme a sua moglie Flora, un tricolore e 5 Coppe Italia, oltre a una tristemente indimenticabile finale di Coppa dei Campioni.
METEORE Davanti a questo stuolo di presidenti che hanno fatto (e stanno facendo) la storia della Roma, logico che chiudano la classifica Thomas Di Benedetto, il non rimpianto primo «front man» dell’era Usa (1,38 punti di media) e Giuseppe Ciarrapico, politico prestato al calcio (1,38). Domandona finale: c’è una morale da applicare al calcio o alla contestazione oppure a vincere è solo la nostalgia che identifica sempre nel passato l’età dell’oro? Non sapremmo. Una cosa però ci sembra certa: piaccia o meno – sbagli o no una stagione – la Rometta non esiste più. Meglio, no.