Prima la bomba e poi le scuse, totali o parziali. E’ davvero successo di tutto, ieri, tra Pallotta e il Milan. La miccia l’ha accesa proprio il presidente della Roma, che, dai microfoni della radio americana SiriusXM, ha lanciato un durissimo attacco alla nuova proprietà rossonera, mettendo in dubbio la sostenibilità del progetto, e paventando chissà quali conseguenze. Le parole di Pallotta sono rimbalzate in Italia già al mattino, ma il Milan ha atteso il pomeriggio per una replica altrettanto dura, visto che Fassone ha messo in discussione i conti della società giallorossa, rimarcando che, dal punto di vista dell’indebitamento, sono peggiori di quelli rossoneri. Ma soprattutto ha lanciato una sfida a Pallotta: «Sono qui a disposizione per confrontarmi sui nostri bilanci e quelli della Roma». Il passo indietro del numero uno giallorosso è arrivato poco dopo, tramite l’Ansa: «Mi scuso se ho avuto informazioni imprecise. Auguro al Milan e ai suoi nuovi proprietari le migliori fortune e attendo con piacere che la sua dirigenza e la nuova proprietà collaborino al nostro fianco in maniera incisiva per lo sviluppo della A».
180, NON 300 – Al di là dell’epilogo, non si può non entrare nel dettaglio del botta e risposta tra Fassone e Pallotta, visto che l’ad rossonero ha voluto replicare punto per punto, cominciando dall’accusa di non avere soldi: «Hanno preso 300 milioni in prestito da persone che conosco a Londra (Elliott, ndr), tra l’altro con un interesse piuttosto alto». In un video registrato in auto e pubblicato su Facebook, Fassone ha avviato la sua arringa: «Sono sbalordito dallo stile e dai toni di queste dichiarazioni, ma anche dalle imprecisioni, visto che le cifre sono totalmente sbagliate. Qualsiasi operazione di questa entità viene fatta abitualmente con la leva finanziaria. Inoltre, per finanziare l’acquisto del club, Elliott ha contribuito per 180 milioni».
BOND – Ancora più fastidio per le previsioni di Pallotta («Stanno facendo importanti anticipi per i giocatori e, ad un certo punto, ne pagheranno le conseguenze»), che Fassone ha interpretato come minacce: «Non so se lo siano e in ogni caso le respingo al mittente. Abbiamo emesso un bond pari a 50 milioni di euro che è totalmente destinato al finanziamento del mercato di questa estate. E, al momento, siamo ampiamente al di sotto di quella cifra. Inoltre, ci sono piani pluriennali, sottoposti ad un CdA di altissimo profilo e all’Uefa, che Pallotta potrà vedere quando vuole, sono pubblici».
PEGGIO LA ROMA – Ecco l’avvertimento sulla Champions: «Non basterà. E cosa accadrà quando gli stipendi saranno uguali ai ricavi?». Beh, secondo Fassone l’eventualità è da escludere («Tutto il nostro piano prevede che gli stipendi restino sotto una soglia del 50-60% dei ricavi»), con l’aggiunta di un affondo: «Il livello di indebitamento del Milan è di 120 milioni ed è straordinariamente inferiore rispetto a quello della Roma, che, essendo in Borsa, ha un bilancio pubblico, che tutti possono vedere».
INVESTIMENTI – All’attacco finale di Pallotta («Hanno perso la testa, qualcuno mi spieghi cosa stanno facendo»), Fassone ha chiuso il quadro: «Ogni investimento che viene fatto da un club come il nostro è calcolato, basato sul fatto che si pensa di ripianarlo e di ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che questo investimento produrrà. Ebbene, i giocatori che abbiamo acquisito sono nella grande maggioranza giovani di grandi prospettive e potenziale: ci aspettiamo diano risultati sportivi nel breve ed economici nel medio periodo». E’ davvero finita qui?