James Pallotta torna a parlare. Lo fa ai microfoni di Sirius XM Radio, emittente statunitense a cui spesso ha affidato i suoi pensieri sul calcio. Anche stavolta, il presidente ha fatto il punto sulla situazione della Roma, partendo dal mercato, più croce che delizia dei tifosi, rassegnati ogni anno a perdere un calciatore importante. Pallotta, però, non ci sta. «C’è frustrazione – le sue parole – quando la gente dice che la Roma è un supermercato. Pjanic aveva una clausola rescissoria, Salah sta facendo sfracelli in Premier, ma disse di voler andar via e non restava ancora molto del suo contratto: non avevamo scelta. Non stiamo provando a vendere calciatori solo per il gusto di farlo». In molti a Roma temono che ora possa toccare ad Alisson o a Cengiz. «Abbiamo un contratto di 5 anni con Under. E lo stesso discorso vale per Alisson, anche se tutti parlano di una sua cessione. Schick? Giocatori come lui saranno molto utili in futuro».
Nel giorno in cui l’ex d.s. Sabatini ha rescisso il suo contratto con Suning, Pallotta ribadisce la piena fiducia in Monchi. «Gli ci è voluto un po’ di tempo per ambientarsi, perché Roma non è un posto facile, con tutti i media che ci sono. È arrivato alla fine dello scorso anno senza avere troppo tempo sul mercato, c’era da fare molta pulizia e poi doveva impostare i suoi processi di lavoro. In più Monchi ha dovuto fare i conti col Fair Play finanziario. Ci sono ancora un po’ di cose da realizzare, però abbiamo identificato molti punti per rendere la squadra migliore nei prossimi cinque anni. E’ rimasto sorpreso all’inizio dalle difficoltà, ma abbiamo un rapporto di fiducia». La stessa fiducia che ha per il prossimo turno di Champions, contro il Barcellona: il 10 aprile il presidente sarà all’Olimpico per il match di ritorno. «Quando siamo stati abbinati al Barça sono stato contento, perché penso che possiamo giocarcela con tutti, anche al Camp Nou. Ovviamente è una squadra incredibile, non c’è solo Messi, è un po’ come Davide contro Golia, ma io penso che i miei giocatori non siano da meno di quelli del Barcellona».