È andata così perché così doveva andare. Perché Francesco Totti non ha mai davvero preso in considerazione – quantomeno mai oltre il momentaneo cattivo pensiero – l’idea di lasciare la Roma due volte, dopo l’addio già consumato da calciatore. E perché la società giallorossa in fondo non poteva far altro che accogliere il suo simbolo, perché fa comodo a tutti – basta farsi un giro nei Roma store – e perché in fondo c’è pur sempre un contratto di sei anni a 600 mila euro da onorare. «Firmerò presto, è andato tutto bene», ha detto Totti dopo un’ora di incontro – tra le 19.30 e le 20.30 – con il presidente James Pallotta all’hotel De Russie, in pieno centro, con abbraccio finale a favore di telecamere. L’accordo è chiuso, nella scia dell’incontro di due giorni fa tra l’ex capitano giallorosso e i vertici societari.
STRADA FACENDO – Questo è il vaso di coccio. Come sarà effettivamente riempito, lo dirà il tempo e non un pezzo di carta – il contratto di sei anni va pur sempre ratificato – da firmare. Perché nella testa di Totti, inutile girarci intorno, c’è ancora un po’ di confusione. Naturale che sia così. La vera novità, in fondo, è che Totti ha deciso di schiarirsi le idee strada facendo dentro Trigoria. A voler cercare una definizione del nuovo ruolo, si potrebbe indicare quello di direttore tecnico ma in fondo sarebbe persino riduttivo. In soldoni: Totti si muoverà a contatto con i suoi ex compagni (e dunque vicino al nuovo club manager Morgan De Sanctis) ma pure vicino al direttore sportivo Monchi, con il quale il feeling è scattato immediatamente. Totti sarà l’uomo a cui lo spagnolo si affiderà per un confronto tecnico su questo o quel giocatore, una telefonata convincente in sede di trattativa, oppure anche solo per capire le dinamiche all’interno della squadra. Il resto lo farà il tempo. Totti ha campo libero davanti, le settimane lo indirizzeranno dall’una o dall’altra parte. Non prima, in ogni caso, di altre vacanze: l’ex capitano non andrà negli Usa, diventerà effettivamente dirigente a partire da agosto. Nell’attesa ha detto sì a Pallotta, derogando in qualche modo alla sua ferma volontà di «non fare il gagliardetto»: in alcune occasioni, come vuole il presidente, Totti farà anche il testimonial del club in giro per il mondo. Perché in fondo, come ha detto lo stesso Di Francesco da Pinzolo, «Totti è la Roma e la Roma è Totti».
RADJA IN USA COL RINNOVO – C’è stato soprattutto questo nel primo giorno romano di Pallotta, sbarcato a Ciampino alle 13. «Monchi sta facendo un ottimo lavoro, è uno dei migliori d.s. al mondo – ha detto il presidente –. In attacco arriveranno altri due giocatori. Abbiamo il miglior centrocampo d’Italia. Manolas e Nainggolan? Non partiranno». E per il belga siamo a un punto di svolta. Prima della partenza per gli Usa è in programma un incontro tra il giocatore, il suo agente e i dirigenti – probabilmente lo stesso Pallotta – per l’adeguamento del contratto. Il giorno giusto dovrebbe essere domani, al rientro in Italia del d.s. Monchi. È l’incontro numero due dopo quello di un mese fa, quando la Roma offrì un ritocco della parte fissa di poco inferiore ai 4 milioni, mentre la richiesta era di 4,5 (bonus esclusi anche qui). L’obiettivo è arrivare al brindisi fino al 2021, la presenza di tutte le componenti al tavolo è un segnale indicativo. Ma in tempi di mercato le certezze esistono solo in presenza degli annunci.