La sfida è gestionale e anche filosofica. A che punto sei, Roma? D’accordo, con la nuova proprietà non hai ancora vinto, ma hai giocato spesso in Champions League e hai fatto campionati importanti. L’esigenza adesso è alzare l’asticella. E il confronto con l’Atletico Madrid, che il presidente Pallotta ha più volte indicato come modello da seguire, rende doppiamente affascinante il ritorno nel campionato d’Europa più nobile.
AMMIRAZIONE – «Se l’ha fatto l’Atletico, che ha 160/170 milioni di ricavi, dobbiamo provare a farlo anche noi: non si arriva due volte in finale di Champions per caso» disse Pallotta il 3 agosto 2016, ritenendo che la logica delle idee possa contrastare lo strapotere finanziario. L’esempio di sviluppo colchonero è in effetti impressionante: dal dicembre del 2011, quando è stato assunto Diego Simeone, l’Atletico ha più che raddoppiato il proprio fatturato: da 108 milioni a 228, come da ultimo bilancio pubblicato. Non ha mai violato i parametri del fair play finanziario e ha appena inaugurato il nuovo stadio, che ha sostituito il vetusto Vicente Calderon: si chiama Wanda Metropolitano, dove Wanda è il nome del gruppo cinese che ha acquistato il 20 per cento delle azioni del club per 45 milioni. Lo stadio, un gioiello da 67.000 posti, è costato “solo” 60 milioni di euro perché è stato acquistato direttamente dal comune di Madrid. La società in pratica ha rilevato la proprietà dello stadio Olimpico e l’ha ristrutturato in due anni.
CONFRONTO– Nel frattempo la squadra ha vinto una Liga spagnola, mettendosi alle spalle Real Madrid e Barcellona, ha festeggiato Europa League e Supercoppa europea e ha sfiorato due volte il colpo Champions, restando sempre e comunque seduta al tavolo delle grandi. Ha ragione Pallotta a studiarne l’esempio visto che, potenzialmente, la Roma avrebbe i mezzi per raggiungere risultati simili. Il fatturato 2016, ad esempio, è stato di poco inferiore: 218 milioni. Quello del 2017 calerà di molto a causa della mancata partecipazione alla Champions League della scorsa stagione, ma tenderà a risalire nel 2018 grazie al ritorno nel magnifico mondo delle 32. La grande differenza però è nel raccolto: l’Atletico Madrid, sempre al bilancio 2016, aveva il tredicesimo fatturato tra le squadre europee e oggi è secondo nel ranking Uefa dietro ai rivali cittadini, e bicampioni d’Europa in carica, del Real Madrid; la Roma invece aveva il quindicesimo fatturato, soltanto due posizioni indietro all’Atletico, ma nell’ultima classifica europea che tiene conto dei risultati sportivi è addirittura al posto numero 27.
MIGLIORAMENTO – E’ proprio su scala europea che la Roma deve cambiare marcia: 2 vittorie in 16 partite di Champions League, spalmate nelle tre stagioni di partecipazioni, preliminare 2016 compreso, sono troppo poche per le legittime ambizioni della proprietà americana. Pallotta spera a sua volta nel nuovo stadio per concedersi di alzare il tiro. Ma nel frattempo, come ha fatto l’Atletico, deve affrancarsi dal fair play finanziario innescando un circolo virtuoso con le vittorie sul campo. Domani, sotto i suoi occhi all’Olimpico, la Roma cercherà di dargli un segnale.