Protesta il serafico Cesare Prandelli. Quel fallo di Florenzi su Pandev – a pochi secondi dal fischio finale – era evidente. Il macedone dice: «Era rigore netto, ma l’arbitro può sbagliare». Parte da lì la protesta del Genoa, che si sente “defraudato”. Cesare non si tira indietro e lancia l’accusa verso l’arbitro Di Bello. «L’episodio l’ho visto molto bene, ci sentiamo defraudati. Ci sono stati da parte nostra parecchi errori tecnici ma ce ne sono stati anche da parte dell’arbitro. Non capisco perché non abbiano guardato bene alla Var, quello era un rigore clamoroso. Pandev viene toccato non solo con le mani, ma anche coi piedi. Peccato perché era una Roma in difficoltà, volevamo sfruttare questo aspetto». La mission era quasi riuscita, proprio contro quella squadra che nel 2004 ha amato solo per pochi giorni.
OBIETTIVO SALVEZZA – La mission ora è salvare il Genoa che, al di là dell’errore di Di Bello, all’Olimpico ha fatto una buona figura. «Abbiamo avuto molte opportunità in area di rigore della Roma, è mancato l’ultimo passaggio, quello più importante. La partita l’abbiamo persa a cinque secondi dalla fine del primo tempo: avevamo il possesso, eravamo sette in avanti e abbiamo preso la ripartenza, che poi ha condizionato tutto. Eravamo in vantaggio, se fossimo andati nello spogliatoio con questo risultato avremmo corretto qualcosa e l’aspetto psicologico ci avrebbe aiutato. Abbiamo perso in quell’episodio lì». Oltre che per colpe di Di Bello, che ha annullato anche un gol a Lazovic, ma su quello non ci sono margini di protesta. «Sono contento di essere a Genova, non ho voglia di fare polemiche. Ho entusiasmo e voglia, una buona squadra e dobbiamo ritrovare quell’equilibrio in fase difensiva».