Tutti si aspettavano che la decisione sarebbe arrivata ieri, compreso lui, Luca Parnasi, il patron dello stadio della Roma a Tor di Valle, arrestato per associazione a delinquere e detenuto a Rebibbia. E invece, con una mossa a sorpresa, il gip Maria Paola Tomaselli, dopo avere ricevuto il parere della procura che dà l’ok ai domiciliari, ha preso cinque giorni di tempo per sciogliere il nodo. Proprio nelle stesse ore, è stata fissata in Cassazione l’udienza con la quale i difensori di Parnasi hanno chiesto l’annullamento – «per carenza di motivazione» – dell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dallo stesso gip, che ha portato in carcere il loro assistito: l’udienza è fissata l’11 luglio. Gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini hanno depositato l’istanza nei giorni successivi all’arresto scegliendo di non fare ricorso al tribunale del Riesame e, nonostante le tante ammissioni messe a verbale dal loro assistito la scorsa settimana, l’istanza è rimasta in piedi. Scelta legittima, ma che potrebbe aver pesato sulla decisione del gip di allungare i tempi della valutazione. Nel frattempo, proseguono gli altri fronti dell’inchiesta: ieri sono stati interrogati in carcere dalla pm Barbara Zuin due collaboratori di Parnasi, Gianluca Talone e Giulio Mangosi, che avrebbero risposto alle contestazioni, questa mattina presenteranno istanza di scarcerazione e la procura farà sapere la propria valutazione a stretto giro. Domani, invece, davanti al Tribunale del Riesame si presenteranno l’ex assessore regionale Pd Michele Civita e l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi (FI).
I GIUDICI CONTABILI – Anche la Corte dei conti ha deciso di accelerare con le verifiche. Il procuratore Andrea Lupi e il pm Massimo Lasalvia ipotizzano che i pubblici ufficiali a libro paga del costruttore possano aver provocato un doppio danno alla città: erariale e d’immagine per tre indagini diverse. La prima, avviata sulla base di un esposto presentato dalla base Cinquestelle, contraria al progetto, e dai Radicali. Nel mirino, la delibera capitolina che approvava l’interesse pubblico per l’impianto sportivo. Nel secondo fascicolo, i magistrati contabili stanno calcolando quanto l’asservimento di consiglieri e funzionari sia costato alle casse capitoline, soprattutto se il progetto dovesse naufragare. Nel mirino della procura anche tutti gli incarichi che il Comune di Roma ha affidato all’avvocato Luca Lanzalone – ai domiciliari per corruzione – consigliere di punta della sindaca Virginia Raggi per il dossier «stadio». L’ultimo tranche contabile riguarda l’affare Ecovillage. Un’operazione immobiliare nel comune di Marino che prevede la realizzazione di 1.500 appartamenti, un centro commerciale e un parco.
L’ISPEZIONE – Intanto ieri si è attivato anche il ministero dei Beni Culturali, che ha disposto un’ispezione sulle pratiche curate dal soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti, coinvolto in un filone dell’inchiesta penale. «Noi facciamo l’ispezione guardando quello che è successo. E facciamo gli applausi e siamo assolutamente a favore di quello che sta facendo la magistratura», ha dichiarato il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli.