Che ricordo ha di quella serata contro lo United?
«Ovviamente non belli. Venivamo dal 2-1 dell’andata, tra l’altro anche stretto. Nelle prime tre azioni prendemmo tre gol, il 4° poco prima dell’intervallo. Negli spogliatoi ci dicemmo: “Ora basta, bisogna reagire”. Ma erano imprendibili, viaggiavano ad un’altra velocità rispetto a noi. Un po’ come a Firenze, anche se la Fiorentina ovviamente non è lo United. E noi ci siamo rialzati subito, superando per 4-0 la Sampdoria».
Come è nata secondo lei una disfatta del genere? «Mi aspettavo che sul 4 o 5-1 si provasse a salvare almeno la dignità, anche con le cattive in caso. Ed invece niente. Io ho un’idea da inizio stagione, in questa squadra non si aiutano. Ogni volta che prendono gol sempre tutti a testa bassa, nessun incoraggiamento. Ed invece a Firenze l’unica forma di comunicazione è stata quella di mandarsi a quel paese, a più riprese. E questo non è certo un segnale incoraggiante».
La Roma fa bene ad insistere su Di Francesco? «A questo punto sì. Spetta a lui trovare le soluzioni, se serve anche con soluzioni drastiche. Dispiace per la Coppa Italia, questo era l’anno in cui si poteva vincere. Ma c’è ancora la Champions e il quarto posto è sempre lì, ad un solo punto. Certo, ora non so che Roma aspettarmi con il Milan. Quest’anno il rendimento è stato troppo ondivago e anche quando la squadra sembrava uscita dalla crisi, poi ci è ricascata». (…)