Giancarlo De Sisti, ex centrocampista di Roma e Fiorentina, ha legato indissolubilmente la propria carriera alla capitale e alla piazza viola, ritrovando quest’ultima anche da allenatore. Proprio ieri le sue squadre del cuore si sono scontrate in Coppa Italia dando vita ad un match destinato a rimanere nella storia per l’incredibile risultato di 7-1. De Sisti ha così rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando principalmente di Roma e Fiorentina:
Da doppio ex di Roma e Fiorentina, che impressioni Le ha lasciato il clamoroso 7-1 di ieri sera? “Alla vigilia di questo tipo di partite, che si giochi a Roma o a Firenze, sento il cuore preso da tutte e due le squadre perché non posso dimenticare le origini e che ho fatto da sempre il tifo per la Roma, quando ero piccolino. Mi sono tuffato proprio nell’entusiasmo giallorosso. Poi per ragioni economiche la Roma mi ha ceduto alla Fiorentina, dove ho trovato dapprima una famiglia, un ambiente ideale, tante soddisfazioni. Sono stato ben voluto, quasi amato e idolatrato, sono stato eletto cittadino privilegiato, mi hanno coccolato come se fossi un fiorentino, quindi nel mio cuore ci sono Roma e Fiorentina. Ogni volta che c’è questo tipo di partita mi viene chiesto “Tu per chi fai il tifo?” e io sono a metà strada e non contesto nessuno, né i romanisti né i fiorentini. Questa lunga premessa per dire che qualunque risultato va bene, che vinca chi ne ha più bisogno. Però quando assume queste dimensioni capisco che è destabilizzante per l’altro ambiente. Se avesse vinto la Roma o la Fiorentina, una parte del mio cuore sarebbe stata contenta, l’altra no. Un 7-1 si digerisce malissimo. Un po’ devo dire che mi ha sorpreso, un po’ diciamo che è stata una bella legnata, insomma”.
Ormai l’obiettivo dichiarato della Roma è quello di piazzarsi tra i primi 4 posti in campionato in modo da riqualificarsi in Champions. Si aspettava i giallorossi fuori da lotta scudetto e Coppa Italia già a gennaio? “No, obiettivamente no. Non immaginavo. Sicuramente hanno inserito la Roma tra le squadre che potessero ambire a un trittico di risultati vincenti, pensavo che questo potesse essere appannaggio della Juve, ma alla fine non sarà così dato che è svanito un obiettivo anche per lei. Obiettivamente, che la Roma arrivasse con le mani dappertutto non era possibile, però andare più avanti possibile sì, perché la Coppa Italia era possibile. La Champions è sempre un terno al lotto, in campionato non c’è niente da fare. Pensavo che fosse una squadra migliore e che avrebbe mantenuto ambizioni più alte per qualche altro mese”.
A proposito di corsa allo scudetto: dopo le ultime prestazioni, ritiene che la Juventus abbia già la vittoria in tasca o crede ancora nella risalita del Napoli? “La vittoria in tasca no, ma io credo che ci sia un dazio che normalmente paga una società di calcio nell’arco di una stagione, soprattutto quando non dà segnali di cedimento come ha fatto la Juve negli ultimi anni. Anche quest’anno pensavo che fosse irraggiungibile e lo penso tuttora, anche se le partite non si vincono e non si perdono prima di giocarle, così come i campionati, anche se sono tanti i punti di distacco. Una parte di scotto la Juve l’ha già pagato con un paio di risultati incerti, come quello che ha recuperato all’ultimo tuffo con la Lazio, che forse neanche lo meritava troppo, e l’uscita dalla Coppa Italia. C’è sempre l’imponderabile. Io non sono un mago. Sono solo uno che fa dei conti”.
Ultimamente Zaniolo viene schierato soprattutto a destra, in attacco. Crede che questa collocazione tattica possa creargli problemi in Nazionale dato che quel ruolo è già occupato da Chiesa? “Pure Chiesa può giocare a destra o a sinistra, è indifferente perché è quasi bravo con entrambi i piedi alla stessa maniera. Zaniolo si sta dimostrando bravissimo, in grado di disimpegnarsi, sia nel cuore del gioco sia sulla trequarti, come centrocampista a tutti gli effetti, mezzala autentica o esterno che rientra perché ha un buonissimo passo, un gran fisico che gli permette di sopportare anche lo scontro. Sono tutti e due giovani, Chiesa ha cominciato da poco a giocare in Nazionale. Zaniolo è stato convocato e probabilmente rientrerà nel giro perché è una delle belle novità e conferme di questo ultimo pezzo di campionato. C’è questa tendenza per cui molte squadre fanno giocare a destra gli esterni col piede contrario e a sinistra lo stesso, perché vogliono che liberandosi si arrivi al tiro, ma alle volte, però, a qualcuno manca la velocità per cercare la profondità. L’ultima volta col Sassuolo Zaniolo è andato via come un quattrocentista sulla fascia destra per poi realizzare quel bellissimo goal. La domanda che mi ha fatto Lei era secca: penso di no, perché nell’arco di una partita si possono anche intercambiare i ruoli, credo che avere giocatori duttili sia un vantaggio”.
Negli ultimi tempi Kolarov ha fatto sorgere qualche polemica contestando l’atteggiamento dei tifosi, ritenendo che questi ultimi non capiscano di calcio e che debbano limitarsi solo a tifare senza muovere critiche tattiche a calciatori e allenatori. Come commenta queste dichiarazioni De Sisti, che è stato un simbolo della Roma? “Queste sono un po’ pesanti! Ognuno è liberissimo di esprimere il proprio parere, per carità, ci mancherebbe. A prescindere da chi abbia detto quelle parole, io comunque non mi metto nella condizione di essere il portavoce del gioco del calcio mentre quegli altri non capiscono niente, a cominciare dalla gente che va allo stadio. Molta gente che viene allo stadio fa i sacrifici per venirci, perché spinta dalla passione. Non confondiamo i tifosi con quella gente che viene allo stadio normalmente, così. Ho sempre pensato che forse ancora adesso la vera vittima del sistema calcio sia il tifoso: non i tifosi che fanno “caciara”, eh, ma quelli che soffrono, quelli che sono la maggioranza, quelli che vanno allo stadio anteponendo i valori della maglia anche a quelli più importanti della famiglia. Ognuno è libero di dire quello che gli pare, ma io non la condivido questa cosa. Qualcuno sicuramente non capisce niente, però confonderlo con la totalità… Tu chi sei, il genio del calcio? Sei uno che gioca bene a pallone, punto”.
I destini di Fiorentina e Roma sembrano potersi incrociare nuovamente sulla panchina, dato che Paulo Sousa è indicato come prima scelta per sostituire Di Francesco. Lei è d’accordo o crede ancora nell’attuale allenatore giallorosso? “Io credo che nessuno sia perfetto, quindi anche che Di Francesco possa avere qualche sua lacuna, come nei commenti post-partita. È uno che ha cercato anche di modificare il modo di pensare della gente qui a Roma, quindi gli va dato atto anche di questo. Tocca vedere dentro a questa squadra. Ho visto questo atto che è stato realizzato al momento del quarto goal tra Dzeko e Cristante che può essere un segnale di incompleto assorbimento, un cenno di malessere nell’aria. È facile dare la colpa all’allenatore, però poi bisognerebbe anche farsi un’esame di coscienza. Mi piacerebbe essere una mosca per ascoltare quello che si dice in taluni momenti. Quella p stata una cosa difficile da digerire. Poi su Paulo Sousa penso che sia un bravo allenatore, l’ha fatto vedere, poi ad un certo non andava più bene per la Fiorentina, voleva andare da un’altra parte. Uno non va bene da una parte e va bene dall’altra, c’è il riciclaggio anche dell’allenatore. Se non ci sono disagi all’interno preferirei andare ancora un po’ avanti con Di Francesco”. “Questo è un handicap notevole per chiunque si sieda su quella panchina magica dell’Italia. Certamente uno dei motivi può essere questo, non possono essere combinazioni. È vero che quest’anno siamo entrati nell’assurdo di non andare ai Mondiali, però che sia successo quasi per una combinazione astrale non è possibile. Possibile che in Europa scaliamo sempre di posizioni? Una volta c’è la Spagna, una volta c’è la Germania, noi non siamo più nessuno in Europa? Abbiamo 4 titoli mondiali e non so quanti secondi posti, insomma. È difficile stabilirle e capire una ragione precisa”.