L’ex capitano della Roma, Giuseppe Giannini, ha parlato delle dichiarazioni di Totti.
Con Ancelotti il Napoli si è aggiudicato il tecnico più titolato della Serie A, ma sul mercato si è mosso poco. Lo ritiene comunque superiore alla Roma? “Non lo so, perché è presto per dare giudizi, anche sulla Roma che comunque è criticata e sta attraversando un periodo non proprio brillantissimo. Però aspetterei, sono le prime partite. Anche la stessa Juve ha faticato vincendo la prima con il Chievo e anche a Parma. Prima di un giudizio io darei ancora la possibilità di rivedere le squadre perlomeno per 2-3 partite”.
Secondo lei c’è almeno una possibilità che nonostante l’acquisto di Ronaldo la Juventus non vinca il campionato, lasciando una speranza alle altre? “Beh, sì. Diciamo che questo può accadere. Non è detto che avendo tutti i giocatori più forti o perlomeno tra i più forti, tra cui uno dei migliori al mondo, sia scontato vincere il campionato e le competizioni. Non è assolutamente scontato, quindi lascerei aperta la finestra, anche se le altre si devono dare una svegliata: l’Inter, la Roma, il Napoli, insomma, le squadre che vogliono sperare fino in fondo devono comunque tenere il passo, non devono perdere punti”.
Totti ha parlato alla radio ufficiale della Roma dichiarando da subito che la Juve è fuori concorso e che i giallorossi non potranno lottare per lo scudetto. Da ex capitano, Le è dispiaciuta questa dichiarazione? “No, non mi è dispiaciuta perché in fin dei conti ha detto la verità, nel senso che sulla carta se confronti le formazioni, confronti le rose, confronti anche i trascorsi è chiaro che c’è una differenza evidente, però a me ha fatto invece piacere il fatto che sia uscito allo scoperto Francesco. Finalmente si è visto – credo e spero – quel Totti che tutti vogliamo vedere, con uno spazio maggiore ed una posizione anche leggermente più vasta sotto il profilo del lavoro dirigenziale”.
Lei ha giocato sia a Roma sia a Napoli, due piazze che un tempo andavano molto d’accordo, oggi un po’ meno. Che messaggio di pace e di sport Le andrebbe di lanciare considerando che sicuramente sarà rimasto legato ad entrambe le città? “Non sono il tipo da lanciare messaggi, che poi non vengono recepiti o perlomeno ascoltati. L’abbiamo già fatto, non solo io, anche persone più qualificate di me, sono stati fatti appelli in prossimità delle partite Roma-Napoli e Napoli-Roma, ma stiamo parlando ad una gamma talmente vasta di persone che non credo che stiano lì ad ascoltare i miei consigli. È chiaro che mi farebbe piacere rivedere quell’”amicizia”, quell’accoglienza che c’è sempre stata tra i tifosi della Roma e i tifosi del Napoli, però ultimamente si è persa e sappiamo tutti il motivo, insomma”.
Negli ultimi anni molti riferimenti storici del calcio italiano hanno conosciuto addii e ritiri indesiderati per diversi motivi, Di Natale, Del Piero, Totti. Secondo lei le società devono usare più tatto o comunque devono mettere in primo piano le proprie finalità aziendali? “Mah, tutte e due. Io credo che una grande società comunque debba avere anche la sensibilità di capire in quel momento che un grande campione sta lasciando, e dall’altra parte c’è giustamente il discorso per il quale ogni società poi guarda il resoconto economico e i risultati sportivi. Quindi sono giuste tutte e due le cose. Certo, una certa sensibilità ci dovrebbe essere. Abbiamo di fronte la questione Totti, la questione Del Piero, ma non solo loro: io credo che diversi siano stati allontanati, venduti o mandati via in questo modo, come lo stesso Marchisio in questo momento. Però il calcio è questo, l’esperienza dice che una volta che non servi più sei messo nel dimenticatoio, sei accantonato, sei messo fuori. Questo è purtroppo lo sport, questa è la vita in questo momento”.
Per concludere: c’è un giocatore della Roma degli ultimi anni nel quale lei si rivede? “Forse un po’ Aquilani, per zona di campo dove ha giocato, come si è mosso in alcuni momenti, però nel complesso non ho visto grandi somiglianze con altri giocatori”.