“L’ho detto a inizio stagione: questa Roma ha i numeri per vincere lo Scudetto”. Così Aldair ha espresso il suo apprezzamento per la squadra di Luciano Spalletti.
La leggenda giallorossa, in un’intervista al Corriere dello Sport ha commentato il momento attuale della difesa e della squadra: “Quello che deve migliorare, e mi sembra che abbia cominciato a farlo, è la mentalità, bisogna crederci sempre. La Juventus ha vinto cinque scudetti di seguito. Ora non è il momento della Juventus, non è più imbattibile come negli anni passati. La Roma deve continuare a giocare così, la squadra la vedo bene, ci sono giocatori importanti, penso che possa avere le carte in regola per restare in corsa fino alla fine”.
Le piace la difesa della Roma? “Sì, ha una difesa a tre molto forte, ho visto un po’ di volte la squadra in questo campionato, ha giocato sempre bene, negli ultimi mesi la Roma ha fatto un buon lavoro nella fase difensiva ed è migliorata molto. Sono tanti i motivi che hanno portato a non prendere più un gol. Uno di questi è il ritorno di Rudiger. La vittoria sul Cagliari non l’ho vista, ma ho seguito molte partite di questo campionato, anche all’Olimpico e ho l’impressione che sia una squadra in crescita”.
Anche la Roma di Capello aveva una grande difesa e costruì i suoi successi partendo da dietro… “Eravamo tutti difensori molto tecnici, avevamo giocatori molto forti in fase difensiva come Samuel e Zago, mentre io e Zebina eravamo diversi come caratteristiche. E c’era anche Mangone, che è rimasto solo due stagioni con noi ma ci ha dato una mano. Nel complesso in quel reparto univamo forza fisica e tecnica e mi sembra che sia lo stesso per i difensori di Spalletti”.
Vincere a Roma non è facile, gli ultimi che ci sono riusciti sono Capello e Spalletti. Trova analogie tra i due allenatori? “È difficile giudicare da fuori, ma Spalletti mi è sembrato sempre diverso da Capello. A lui piace più il palleggio, cercare le giocate, invece Capello aveva la capacità di mettere la squadra bene in campo e con Cafu e Candela aveva due esterni che spingevano molto per essere difensori. Ma la Roma di quel periodo era molto chiusa, cercava di non lasciare spazi agli avversari. La differenza è questa”.
Si rivede in qualche difensore della Roma attuale? “No, non credo. Sono difensori con altre caratteristiche. Sono diversi da me come modo di giocare. Ma sono ottimi difensori”.