Sorpreso dall’Atalanta?
«Un po’ sì. La seguo sempre, l’ultima partita che ho visto è stata quella di San Siro con l’Inter, un incidente di percorso. Sta facendo un campionato spettacolare. Mi hanno stupito soprattutto Conti e Caldara, giocano in modo naturale, hanno dimostrato di avere una forte personalità».
C’è un nuovo Caniggia in giro? «Sinceramente non ne vedo. Anzi, forse sì: è il Papu Gomez».
Come finisce all’Olimpico? «Direi pari: va bene soprattutto all’Atalanta».
La Roma può sperare ancora nello scudetto? «Impossibile, la Juve è troppo forte, troppo solida».
E’ il 28 marzo 1993, Brescia-Roma 0-2, Boskov in panchina: Caniggia segna e si ricorda chi debutta quel giorno? «Come no? Francesco Totti. Quando veniva ad allenarsi con noi si intuiva già che avrebbe fatto una carriera fantastica. Per questo non capisco il senso di farlo giocare pochi minuti. Lui merita un altro finale, non deve farsi compatire. Bisogna saper scegliere il momento di chiudere».
Lei ha chiuso con la Roma nel modo peggiore: 13 mesi di squalifica per doping… «Ho sbagliato, ho pagato. Ma la punizione è stata esagerata, non era un inganno. La cocaina non ti fa giocare meglio. Avrebbe avuto più senso una squalifica inferiore e un periodo ai servizi sociali, come succede negli Stati Uniti».