Da lontano è difficile capire il tentennamento sul futuro. Se c’è una veduta comune l’allenatore e la società non possono aspettare fine maggio per programmare. Forse il tecnico aveva detto che se non vinceva andava via anche per caricare e spronare la squadra in vista dell’Europa League e della Coppa Italia. Per il campionato francamente si era capito da tempo che la Juventus avrebbe vinto lo scudetto, era oggettivamente più forte”.
La Roma ora rischia di perdere il secondo posto… “Sono in effetti un po’ preoccupato. Il Napoli sta bene, appare convinto. La Roma appare in una fase di stanca e un punto di vantaggio è poco. Conoscendo Roma questo ko non porta certo tranquillità”.
Su Monchi che idea si è fatto? Il rischio è che debba adattarsi anche lui al calcio italiano... “Ha lavorato bene in questi anni facendosi notare anche per le plusvalenze. Ma il Siviglia ha ottenuto pure grandi risultati, a testimonianza del fatto che ha anche saputo costruire. La Roma ha tutto per stare nell’elite, sono ormai anni che è nelle prime posizioni. Se poi legittimamente la piazza si aspetta di vincere lo scudetto, questo è un altro discorso, molto più complicato. Anche perché prima o poi torneranno pure le milanesi…”
Lei che conosce molto bene Ancelotti, tornerà un giorno a Roma, da tecnico giallorosso? “L’ho sentito giorni fa per un saluto. La sensazione è che finchè un tecnico come lui riesce a stare in un top club è dura. Quando un tecnico si abitua ad un calcio più maturo di quello italiano, guidando Real, Chelsea, Psg e Bayern, chi glielo fa fare, a livello professionale, di venire ad allenare la Roma? Dal punto di vista affettivo quando dovesse finire la sua avventura al Bayern, magari se non ci fosse l’opportunità di una nazionale, potrebbe anche provare questa sfida. Ma per ora è complicato”.