L’ex capitano della Roma, Giacomo Losi, è intervenuto nella trasmissione “Mi ritorni in mente”, su TMW Radio. Ecco le su parole:
De Sisti? “Fui il primo a caldeggiare la sua presenza in campo. L’allenatore non era sicuro se farlo giocare mi chiese cosa ne pensassi e io spinsi per farlo scendere in campo. Lui mi diede retta, lo mise in squadra e dal quel giorno diventò De Sisti”.
Herrera? “Era un grande motivatore, non un grande allenatore, aveva le sue idee ma le imponeva in maniera sbagliata. È arrivato a Roma con queste pasticchette, iniziò a darle in ritiro. Disse che erano vitamine, non capisco perché lo facesse e fingevo di prenderle ma non le prendevo”.
Taccola? “Dramma irripetibile, spero non ci sia mai più una cosa del genere, non ero in campo quel giorno, non ero stato convocato”.
Quanto mi ha aiutato crescere in un momento difficile come la guerra? “Nel mio paese c’erano i fascisti, i tedeschi. Mio padre era antifascista, così come mia madre. Quando i partigiani hanno preso il possesso il paese, il castello del mio paese veniva usato come fortezza per i prigionieri.
Il derby? “Andavamo in ritiro tre giorni prima. “I derby erano molto sentiti. Si poteva perdere il campionato ma non il derby. Non ho digerito un 2-2, partita pareggiata per un mio intervento sbagliato. Ci rimasi malissimo, rimasi per terra con le mani in testa e tutto lo stadio chiamò il mio nome, capendo il mio momento di sconforto”.