L’ex attaccante della Roma, Roberto Policano, ha parlato dell’impegno di martedì in Champions League ed anche di Schick.
Come ha fatto la Roma a vincere contro il Napoli? “La Roma ha vinto perché ci ha creduto, ha voluto la vittoria a tutti i costi e l’ha ottenuta. Il Napoli è capitato in una giornata sbagliata, ma è una squadra difficile da affrontare e che mette in difficoltà chiunque. A volte diventa prevedibile però e la Roma è stata brava a sfruttare le occasioni che ha avuto”.
Il gioco di Sarri è prevedibile? “Ormai lo conoscono tutti, anche se riescono a metterti comunque in difficoltà. Però contro una difesa ben organizzata può capitare che vengano bloccati”.
Quanto conta la tradizione? “A volte i numeri hanno ragione e anche questa volta. Contro il Napoli, al di là dei meriti di Di Francesco, i giocatori hanno dato tutto. Non si sono abbattuti alle prime difficoltà, portando a casa un risultato importante”.
Cosa ha pensato quando ha sentito la notizia del decesso di Astori? “Che la vita è così, a volte ti senti invincibile ma non è così. Ci sono cose che non si riescono a prevedere neanche con i più grandi macchinari in circolazione”.
La Roma è favorita con lo Shakhtar? “La Roma può passare il turno ma non devono esserci cali di concentrazione. Servirà il massimo della determinazione per 97 minuti. La squadra ha carattere e può passare ma giocare contro queste squadre piene di brasiliani è sempre difficile. Sarà una partita da affrontare col massimo dell’impegno”.
In che ruolo avresti giocato oggi? “Con i nuovi moduli, nel 3-5-2 sarei stato perfetto da esterno. Allora esisteva ancora il terzino sinistro anche se difendevo poco. Dipende anche con chi giochi sulla linea difensiva, oggi le partite si preparano in maniera diversa. Una volta c’erano giocatori più tecnici, oggi hanno aggiunto la velocità”.
Ha visto Roma-Torino? “La Roma ha incontrato una squadra con un po’ di problemi. La piazza non è contenta dell’allenatore e nemmeno i giocatori sembrano convinti. Torino è una piazza molto calorosa, all’inizio era visto bene ma quando non arrivano i risultati iniziano i problemi”.
Che cosa prova un torinista nel derby? “Non è facile, perhcé dall’altra parte c’è una squadra che vince sempre. Il cuore Toro va avanti al di là della Juve e di tutto, è un calore a volte inspiegabile. Viene da dentro, ci si nasce. Il primo giorno che sono arrivato mi sembrava di esserci stato da sempre, è una cosa che ti entra subito dentro. Ci sono giocatori che in appena sei mesi al Torino sono rimasti colpiti, c’è un’aria magica dettata anche dalla sfortuna che hanno avuto”.
Come mai Schick non ingrana? “Gli infortuni non ti fanno esprimere con continuità. E’ un giocatore di grandi qualità, nell’ultima partita ha giocato bene ma sono titubante sul ruolo. Non è una prima punta, gli piace giocare di manovra e arrivare da dietro, giocando con i tre davanti diventa difficile per lui. Lo vedo seconda punta in un 4-2-3-1 a ricevere tra le linee, dettare i passaggi e buttarsi dentro”.
Quanto cambia la Roma con De Rossi? “Indubbiamente cambia sotto l’aspetto della personalità e della gestione della palla. Detta i tempi della squadra, sa quando bisogna accelerare e rallentare. Determina l’andamento di tutta la squadra e di tutto quanto il gruppo”.