Il doppio ex di Milan e Roma “Pierino” Prati è intervenuto per parlare della sfida di questa sera.
Qualcuno ha detto che Rivera era grande perché giocava insieme a te… “I tagli in area erano la mia specialità avendo vissuto la mia infanzia in campetti dove giocavo ogni pomeriggio a tuffarmi sulla palla. Facevamo esercizi che mi permisero di intraprendere una strada che sognavo da ragazzino. Tutta la mia carriera ho avuto la fortuna di giocare tutte le finali, mi manca solamente il mondiale del 70. Una finale con me non è mai stata persa”.
Ti hanno paragonato spesso a Galli, quando si parla di colpi di testa qui a Roma venite in mente tu e Pruzzo… “Tra i giocatori che creavano fastidi agli avversari c’eravamo sicuramente noi”.
Quel gol fallito contro la Svezia? “Sì, contro la Svezia. Fu pazzesco ma può succedere. Quella palla si è alzata sopra la traversa e io sono finito dentro la rete. Il portiere era andato fuori sulla sinistra, il cross era di Facchetti, il problema fu il passaggio di un interista a un milanista”
La gara di stasera? “Una partita che mi mette sempre in ansia, col Milan ho vinto tutto ma a Roma c’è stato qualcosa che per me vale molto, tanto quanto una coppa. Nel 1973 segnai 22 gol, quell’anno lì ci siamo divertiti tutti tantissimo. La Roma prima pensava soltanto a battere la Lazio, quell’anno meritammo di stare così in alto”.
Cosa pensi di Gattuso? “Un grande personaggio, è riuscito lì dove altri non ce l’hanno fatta. E’ entrato nella testa dei giocatori, i giocatori del Milan stanno dimostrando di avere un buonissimo livello, stanno iniziando a far vedere di essere una squadra che gioca. La voglia di aggredire dell’allenatore si vede finalmente anche in campo, devono continuare così e migliorare”.
Ed invece Di Francesco? “Mi sembra che anche nei momenti difficili sappia manovrare la barca, ha avuto dei problemi e ci sono dei giocatori che devono essere recuperati. Dzeko è un giocatore fantastico, ha una grande carriera, l’anno scorso ha segnato 39 gol ma quest’anno fa fatica a ripetersi. In Italia non è facile, ma lui può fare molto di più. E’ in un momento particolare, è un grande professionista ma adesso ha bisogno dell’affetto dei tifosi per tornare a quel livello”.
Il risultato di questa sera? “Comunque vada, per metà mi sentirò bene, per l’altra soffrirò un po’”.
Maldini al Milan, Totti nella Roma, che analogie trova? “Non conosco le condizioni, quindi non posso parlare delle motivazioni. Maldini è stato un grande campione ma se non è ancora entrato nel Milan deve esserci un perché. E’ una grande immagine per il Milan, ma devono esserci cose che non combaciano con la dirigenza, mi auguro che un domani possa aprirsi una via perché è quel tipo di giocatori, come anche Gattuso, che ha vinto tutto con il club a livello mondiale”.
Totti può essere un buon dirigente?
“Lo vedevo meglio ancora in campo, a livello fisico avrebbe retto. Avrebbe perso qualcosa nella corsa ma aveva un’intelligenza calcistica unica, un grande personaggio. Ma può anche darsi che diventi un grande manager, è nato e cresciuto nella Roma, ha sempre detto che non sarebbe mai andato altrove, non c’era la possibilità che giocasse finali importantissime. Al di fuori della Roma avrebbe giocato in squadre che hanno vinto tutto. E’ rimasto come grande personaggio in società, Totti è la Roma”.
Avrebbe segnato più gol con Totti alle spalle? “Lui guarda da un’altra parte ma ti libera sempre, lui è un giocatore fondamentale come Rivera. Ti fa arrivare 9 volte su 10 la palla sul piede”.
Quanto è stato difficile riuscire a fare quel passo in avanti rispetto alla Roma degli anni precedenti? “Avevamo un gruppo di ottimi giocatori, si parla di Conti, Di Bartolomei, Cordova e De Sisti. L’allenatore che ho avuto al Milan, Liedholm, sapeva come andava gestito il gruppo e il gioco. Era un vero maestro”.
Alisson o Donnarumma, chi è il più forte? “Sono due grandi portieri, uno è avvantaggiato dal fatto di essere più giovane ma saranno tutti e due sempre sotto esame”.